venerdì 24 maggio 2013

Olga Maletta - Sorelle di Rabbia e Amore

4 mesi di non ritorno. 1 minuto di recupero, nel sostrato del disturbo.
Attacca il jack e alza il volume. L’inverno oscura la bocca degli stolti e tu suoni.
Grezzo, graffiante, ruvido rock gravido di sana rabbia, spietatezza e sanità sopravvissuta.
O forse no, ma fa parte del tuo stato mentale. Confuso ed esaltante e dissacrante e furioso.
Due angeli ribelli. Volanti sopra la folla. Unite dal disagio, dalla precarietà delle relazioni, da quel dolore sottile che solo all’alcool puoi confidare, e da una passione pura, sfegatata e viscerale per la musica, da suonare al massimo volume, sudarsela addosso senza filtri e manie postmoderne per la fighettaggine. E’ rock. Non ci sono fronzoli.
Suturare ferite.
Prendere a testate l’aria grondante adrenalina, al ritmo martellante di cassa e rullante, i bassi pulsazioni accelerate dentro la cassa toracica, scuotendo il capo, headbanging, ridendo a crepapelle, libere di rinascere, ancora una volta. Convulse d’euforia positiva sfottendo gli astanti impomatati e ingelatinati isterici. Donne-uomo, eroine d’altri tempi, dolenti per conformazioni ancestrali, livide nel sublime e caotico perdersi. Nella vertigine del suono.
Balla. Scuotiti. Liberati. Ascoltati. Prenditi tutto e scappa via.
Assapora questa nuova tonalità.
Il disco salta nell’autoradio, sedersi sul finestrino. Volare.
Marzo, porta via gli ultimi fantasmi di quest’ inverno. Chaos.
Sfrecciare come saette alla velocità della brezza fra i capelli. Floating.

Oh Notte, terminata da un pezzo, riscalda i nostri cuori erranti, tenendo a bada quel fervore latente. Prendici per mano.
Necessità di andare lontano.

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