venerdì 2 agosto 2019

Antonio Villa - Ma'

Si fermano strategie e speranze.
"Ma', sto qui". (Fino all'ultimo orizzonte
ti tengo la mano che si va gelando,
ti inumidisco le labbra piano).

L’ora è preziosissima.
Sulle cime più alte sale
inesorabile la nebbia
e tace il canto dei colori...

La sofferenza è finita.
Piangerò dopo. Adesso
devo vestirti come facevi
con me quand'ero bimbo.

Una pacata bellezza
spalanca i tuoi occhi di cielo,
li fissa in trasparenza d’estasi.

L’immobilità non m’inganna;
sei rimasta stupore
ai tuoi passi nuovi.

Ti avvii calma e sicura oltre te.
Ti guidano lontano
stelle intramontabili, ma non da me.

Antonio Villa - Incroci

Sulla battigia dei ricordi
cancella tracce la marea montante
dei giorni.
Ti affidi, occhi al vuoto,
al mio passo parkinsoniano.
Andiamo, andiamo, come nuovi
del tempo e del luogo, tu indifferente,
io sorpreso al volo basso
di un uccello che spunta i rami
alti del melo e schizza al cielo.
Non t’interessa, ma sulla siepe il ragno
ha ricamato un fantastico centrino;
sulla panchina giovani in amore
come un tempo noi,
intrecciano sguardi, mani e fantasie.
Certo, neanch'io sono più quello di prima;
le braccia, appendici dello sterzo,
che costrinsero alla strada autobus
e camion ora mi vanno
come un motore sbiellato.

E m’hanno ritirato la patente.

Tu picchi in testa, estranea m’incroci,
giri a vuoto, perdi le chiavi,
dimentichi il fuoco acceso,
il rubinetto aperto... L’Alzheimer avanza,
ti ruba a te stessa
e ti d i s p e r d e nelle nebbie di casa...
Domani, non sai,
domani ci porteranno in quella di riposo
che ha un’edicola col Cristo tra i Ladroni
all’ingresso.
Con l’inchiostro simpatico
risolveremo insieme rebus e cruciverba.
Lascerò qui l’orologio.
Saremo due lancette senza perno
sul quadrante bianco del t e m p o .