sabato 27 maggio 2017

David Pignotti - Discreta danza

Discreta era la sedia su cui aspettai
come in un sortilegio romanzesco
la mano che mi tolse dall'abitudine,
il respiro sincero della ragazza amica
che sapeva di me quel che neppure speravo.

Flavio Provini - Il nostro puzzle (poesia d'amore)

Siamo tessere di un puzzle d’amore.

Un gioco incantevole e complesso
inventato per misurarsi negli incastri
di un disegno di vita ignoto,
da scoprire complici insieme
con la fantasia degli artisti,
con l’audacia dei condottieri,
con la pazienza dei sarti,
giorno dopo giorno,
pezzo dopo pezzo.

Paolo Cardillo - Ballata ad un amore

Fronte 1° piede         Ero un ragazzo e ti intravidi in un sogno,     
                                     al mio risveglio ti trovai li’, realtà, accanto a me,     
                                     col tuo sorriso a permeare tutta la mia vita.                  

Roberto Pallocca - Poco prima di noi

Domani mi sposo. Non dovrei essere sveglio a quest’ora, lo so. Il fatto è che non riesco a dormire.
Questa è l’ultima notte che dormo da solo. Certo, capiterà un viaggio di lavoro, o un litigio, o quella volta che Lucia si addormenterà sul divano davanti a un film. Capiterà che non avrò sonno e scriverò fino al mattino, o Lucia farà il turno di sera e rientrerà a notte fonda.
Ma non è lo stesso. È un’altra cosa. È l’eccezione.

Beatrice Teldeschi - Arrestauro cardiaco

Il suo ingresso nel mio atrio
non l'è bastato
come cuspide a cavallo
arrivata senza chiave
ha forzato
le pareti del mio costato
e s'è presa anche il ventricolo
del mio cuore serrato

In quest'amore
messo a cantiere
nella mia vena cava
lei termite rode e scava
le mie certezze
e io corro
corro il rischio
che mi crolli tutto addosso

sono nudo proprietario
di un miocardio che ora è suo
in usufrutto

e quando lei più non sarà

Annachiara Capuzzo - Lame

«Di tutte le cose che potevano venirti in mente, questa è stata proprio la peggiore, non so se te ne rendi conto. Io, che non ho neanche il tempo di vivere, devo andare da quella stronza a perdere pomeriggi interi per nulla, uno spreco totale di tempo. Che poi, cosa credi, che le racconti la mia vita? le racconto fandonie, anzi le racconto cose che le facciano esattamente capire quanto sia inutile il lavoro che vuole fare su di me, sappilo!
E guarda che ore sono, le cinque e mezza. Ho finito scuola all’una e vedi tu a che ora sono tornata a casa! E domani ho quattro materie, quando avrei il tempo di studiare, io, oggi? Che poi, abitiamo in questo paese di merda che ci vuole più di un’ora a tornare con l’autobus, ed è ovvio che mi tocca arrangiarmi in tutto, figurati se tu sali in macchina e mi vieni a prendere all’ospedale, almeno i giorni in cui devo andarci di pomeriggio, e mi aiuti almeno in questo, no di certo! Che poi è solo per te che ci sto andando, sei tu che mi obblighi, e questo è già di per sé una cosa insopportabile, ma in aggiunta tu lasci che io me la sbrighi completamente, a te basta scaricare le responsabilità e gli impegni sugli altri e poi te ne freghi dei disagi che semini qua e là».

Ivana Saccenti - Il contratto

“Cosa vi porto da bere?” chiede il cameriere, finalmente al nostro tavolo.
E’ un ragazzino smilzo, smunto, con due orecchie da Dumbo.  Sembra capitato qui per caso. L’avevo già notato vagare disorientato e confuso tra i tavoli, sbagliando la consegna di un paio di pizze. E’ infilato in una giacca nera, almeno due taglie più della sua. La manica, fino alle unghie, gli intralcia la scrittura sul taccuino, per cui, con un tic ossessivo, alza meccanicamente il braccio destro nel tentativo inutile di farla risalire.

Mara Vignati - La costruzione di un amore

Un flash illuminò d'improvviso l'ufficio al settantaseiesimo piano dell'edificio che ospitava lo IHED, l'International Human Engineering Department. Quel segnale luminoso, lanciato per avvertire dell'atterraggio dell'ennesimo drone-taxi comandato tramite satellite, durò solo pochi secondi e poi sparì. Scienziati e ingegneri, come se nulla fosse, continuavano la loro attività di ricerca, insensibili a quel lampo di luce che, solo per un breve istante, aveva rischiarato il cielo di Neo Urbs, ormai perennemente nascosto dietro a un sipario nero di nebbia e smog. Deucalion, come tutti i suoi colleghi ai piani inferiori, proseguiva imperterrito il suo lavoro, chino sulla sua creazione. In virtù dell'importantissimo progetto che gli era stato affidato era riuscito a ottenere l'utilizzo del laboratorio all'ultimo piano del grattacielo del Dipartimento, il più ambito perché, grazie alla sua smisurata altezza, era in grado di offrire una luce naturale che, a mezzogiorno, quasi bastava per poter lavorare senza dover ricorrere all'illuminazione elettrica.

mercoledì 24 maggio 2017

Raffaella La Villa - A. A. Amore. Dodici passi

UNO
Costruire la trappola.

Per prima cosa, scegliere il terreno. Che sia familiare, per non spaventare, ma con un varco aperto verso l’incendio di un orizzonte lontano. Nora, così, si avvicinerà col suo passo danzante, senza alcun sospetto negli occhi da uccellino.
Può essere un supermercato affollato, dove tornare bambini a caccia di caramelle, oppure la concavità tiepida di una sala di aspetto, quando ti accorgi che non sai più che cosa stai aspettando veramente. 
La trappola, poi, deve essere leggera, ma elastica e capace di mutare forma. Deve scomparire sullo sfondo del fogliame di un parco di città, o tra i graffiti di periferia. Deve restare tra le righe delle poesie e nei silenzi delle frasi. Devi nasconderla dietro l’immagine migliore di te che scegli di mostrare e che all’improvviso ti sembra l’unica vera.
La trappola perfetta è quella che ti dimentichi di aver creato.

Daniela Cianciotta - Aspettandosi

Imparando ad averti vicino,
mi miglioro.
E’ nei giorni qualunque che cresce il nostro amore
Immaturo e insicuro si trasforma
L’amore vero
che sogna progetti
nutre speranze e regala spazi.
Crescendo di pari passo uno accanto all’altro,

aspettandosi nel mondo.

Daniela Cianciotta - Lo sguardo di un padre

Lo sguardo di un padre
Appare autoritario
Ma osservando meglio scoprirai paura,
paura di perdere te,
creatura nuova
indifesa e bianca come una pagina dove la vita scriverà momenti
con epiloghi non sempre a lieto fine.

Lo sguardo di un padre cambia,
muta insieme a noi,
cresce e si indurisce, accompagna la tua vita
di ombra cresce tanto aumenta il pericolo.

Lo sguardo di un padre ha tutto l’ amore che c’è
l’ amore che nasce, cresce,
non finisce
e ad ogni caduta imparerai

che quello sguardo di un padre ad accoglierti troverai.