venerdì 24 maggio 2013

Norma Rosso - La mano


La prima è inutile.
Stare a guardare darebbe lo stesso risultato.
Con la seconda
t'illudi di ottenere qualcosa. Invece no.
Prendi a calci il secchio.
Butti pennello e rullo nel bidone.
E corri a ricomprarli.
La terza farà diventare il muro rosa.
Uno schifo.
Senti la nausea da rosa mischiarsi alla birra
dove hai sperato naufragasse la tua consapevolezza.
Il giorno dopo è lei a svegliarti
fresca e riposata come tornata dai Caraibi.
Giuri a te stesso e all'asse del cesso
che non capiterà mai più.
E inizi a dedicare sabato sera
domenica
e ogni festa comandata
a quella cazzo di parete.

Che ogni giorno
feriale o festivo che fosse
avevi colorato di rosso.
Una mano sopra all'altra.
A matita.
A tempera.
A pennarello.
Con la mano libera.
Quella che non mischiavi alla sua.
Poi hai perso il tappo.
O hai raccontato ad entrambi questa bugia.
Il pennarello s'è scaricato.
Le tempere sono diventate secche.
E alla matita hai fatto così tanta punta
da non riuscire più a tenerla in mano.
Ora che le hai libere tutte e due.

Stai per un po' a guardare.
Poi la vuoi di nuovo bianca sta parete.
Compri secchio, rullo e pennello
li butti nel bidone e corri a ricomprarli.
Ti ubriachi di birra rosa e la vomiti tutta.
Giuri all'asse.
Giuri a te stesso.
E mano su mano
sabato sera su domenica su festa comandata
la vedi ritornare bianca.
Come un foglio.
Dove scrivere, se ti va.
In rosso, magari.

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