Jack lo chiamavano Senzacuore perché lo aveva perso in un pomeriggio caldo, quando non aveva ancora tutti i peli al loro posto, Jack lo chiamavano Senzacuore perché quando ti guardava ti chiedevi se ci fosse vita dietro quegli occhi neri, Jack lo chiamavano Senzacuore perché a lui piaceva farsi chiamare così e solo un'idiota lo avrebbe contraddetto.
Un giorno Jack si era perso per una scommessa e aveva finito per accettare un incarico che gli avrebbe rovinato la vita, ma in quel momento lui non lo sapeva ancora e poi cosa c'era tanto da rovinare?
Era seduto al bancone del bar e un tizio, uno che conosceva più o meno da vent'anni e più o meno da qualche minuto, gli disse: “senti Jack facciamo così, se mi porto nel retro Giulia tu fai una cosa per me, se ci riesci tu puoi chiedermi quello che vuoi”.
A Jack non fregava un cazzo di nulla, si stava annoiando da una vita e perse la scommessa solo per vedere dove Tizio volesse andare a parare.
“Allora Jack, ci sono due bambocci al porto, sono venuti qui per vedere com'è la vita vera e pensavo di mostrargliela, tu che dici?”
L'alcool aveva sempre un effetto un po' strano sul nostro cowboy e mentre Tizio gli spiegava nei dettagli il piano del rapimento, lui si mise a ragionare su cosa fosse la vita vera, su cosa fosse la vita in generale e soprattutto se ci fosse qualcosa di vero in tutto quel pandemonio.
Meglio la sbronza cattiva dico io, ci saremmo risparmiati tutto sto casino.
Il giovedì alle dieci il mare era piatto, le reti erano da sistemare e mentre azzannavo il mio solito panino con le aringhe vidi Jack che se ne stava sul pontile con un vestito troppo largo per essere suo e troppo blu per aver visto il nostro sole per più di due ore, “Mi hanno detto che cercavate una guida" allungò una stretta di mano secca e decisa "qui intorno non ne esistono altre, a giornata prendo 50 ma sono compresi gli spostamenti con il mio mezzo”. Per quelli là erano quattro spicci e prezzi più bassi sarebbero stati sospetti, uno dei due bambocci, quello più delicato e con i capelli da femmina, sorrise all'altro, disse che gli sembrava un po' troppo ma cacciò fuori senza esitare i 50.
Dalla barca uscì una donna alta, con poche curve e un fascino nervoso, una di quelle che vorresti salvare dal mondo ma che finiscono per spolparti l'anima. “Mi sono unita all'ultimo, spero non sia un problema, soffocavo in albergo e ho sempre odiato le spiagge affollate. Piacere Aurora” spense la sigaretta a terra e porse la mano a Jack. Se Jack fosse stato uno di quegli uomini trasparenti, uno di quelli che la moglie li becca la sera anche se hanno solo guardato una donna al mattino, se fosse stato un uomo qualunque, di quelli che non sanno mentire se tornano con l'alito di birra, il piano sarebbe finito lì. Senzacuore però non mostrava più sentimenti del masso che dominava sul paese, e se so che quell'aggiunta imprevista gli aveva morso le budella è solo perché so come è andata a finire.
Jack non sapeva che cazzo fare, lui doveva solo occuparsi del trasporto e recitare una piccola parte mentre Tizio e Caio prelevavano i due bambocci dalla macchina. Una persona in più complicava le manovre.
Per prima cosa quella sembrava una che non regge la vista di un ragno, figurati stare in un deposito sotterraneo, era capace che iniziava a fare scenate isteriche ledendo i nervi di Tizio e le orecchie di Senzacuore.
Poi chi era? I suoi potevano sborsare qualcosa? E se c'aveva il ciclo? E quei tizi non sembravano proprio affidabili, era il caso di chiuderli insieme?
“Chiamo i proprietari della chiesa, che di sti tempi non è che la lasciano sempre aperta”
Tizio rispose al terzo squillo, “Che cazzo c'è Jack?” “ Stiamo partendo, c'è na tipa in più!” “ come una tipa in più? E chi diavolo è? ma che aspetto ha? Sembra una con la grana?” Jack si voltò a guardare Aurora -una che indossa un vestito bianco lungo per una gita tra la terra rossa sicuro c'ha la grana, quella pelle fine poi, non avrà manco mai lavato un piatto in vita sua- “c'ha la grana sicuro” “eh vabbeh, meglio, ci arrangiamo noi, tu non ci pensare”.
Arrivati a un chilometro e mezzo dalla chiesa la macchina si arrestò improvvisamente, Jack fece finta di scendere a controllare, Tizio e Caio lo colpirono, poi si occuparono dei bambocci e della tipa. Jack si svegliò in macchina “vaffanculo, c'ho mal di testa ora”, “eh dai, scusa mi sono fatto prendere la mano” Caio rispose con un sorriso da pugni, il dente in meno suggeriva che lo aveva usato troppo spesso.
Al deposito Jack si sedette comodo nella zona meno umida, ripassando la sua parte mentre bambocci e Aurora erano ancora fuori gioco, Tizio e Caio non li avevano legati, la porta aveva una finestrella per il cibo e si sarebbero arrangiati così.
Al risveglio i bambocci andarono in panico, iniziarono ad urlare, se la presero con Jack e lo strapazzarono un po’, Jack avrebbe potuto spaccar loro la testa contro il muro, ma poi tutto quel casino non avrebbe avuto senso, quindi si rimise seduto ad aspettare il risveglio di Aurora.
Quando Aurora si riprese reagì in maniera strana, si guardò attorno confusa, mormorò qualche parolaccia e poi rimase a guardare il pavimento con espressione annoiata per quelle che sembrarono ore. Ogni tanto i bambocci le chiedevano se stesse bene, o urlavano a Tizio e Caio di liberarli, che c’era una donna lì! ma era evidente che ad Aurora non fregasse nulla di tutto quello che stava succedendo e che erano loro ad essere terrorizzati.
Al calare del sole Tizio e Caio calarono una cassetta di plastica con dentro 4 panini, Aurora rimase lì senza neppure fare cenno di alzarsi, i bambocci le chiesero se per caso non avesse fame e si presero anche il suo panino.
Jack si alzò, lo strappò di mano a capellidafemmina e lo porse ad Aurora, “non ho fame”, "non è per te è che quei due non se lo meritano mica”, Aurora diede un morso e Jack le si sedette accanto. “Ma tutta sta situazione non ti manda in palla?" “Di cosa stai parlando?" "Dello scantinato, del rapimento, dell’essere qui con tre coglioni” “Ah, quello, meglio dei bambini urlanti in spiaggia comunque”
Jack non si interessava ad un altro essere umano dal giorno in cui era diventato Senzacuore eppure Aurora non gli sembrava esattamente un essere umano, più un problema su due gambe o una grossa nuvola nera, “ma che cazzo c’hai?”
Aurora iniziò a parlare tranquillamente, come se non ci fosse fretta o pericolo, raccontò del buco nello stomaco che aveva da così tanto da non ricordarsi neppure bene quando era iniziato, e parlò della corazza che le stringeva il petto, di tutti quegli stronzi che parlavano e si muovevano e ridevano e gridavano come se non fosse tutto estremamente insignificante, parlò della sua vacanza al mare che era un po’ come portarsi dietro un masso e sperare che si sciolga al sole, parlò di un sacco di relazioni finite e del fatto che non capisse neppure molto bene cosa volesse dire la parola amore, “alla fine questo scantinato è la cosa migliore che potesse capitarmi, qui non devo fingere nulla e se finisce male almeno non avrò dovuto impegnarmi troppo”.
Jack era un po’ stordito da quel casino di informazioni, la tipa gli sembrava un po’ stordita e decisamente troppo incasinata, ma dopo anni gli venne voglia di raccontare la storia di quel giorno in cui aveva perso il cuore, e da lì il vuoto, le cazzate che aveva fatto senza rendersene conto.
I due bambocci continuavano a frignare mentre la notte proseguiva e quasi Tizio e Caio credettero di sentir ridere nello scantinato “manco un giorno giù e stanno già fuori, che dici vado a colpirli di nuovo?” “ma che cazzo te ne frega, siamo in mezzo al nulla e i parenti stanno già cercando la grana, non fare stronzate”.
Al mattino Jack era stanchissimo e non sapeva che pesci pigliare, da una parte voleva levarsi dai casini il prima possibile dall'altra sentiva già la noia di tutti i giorni che gli alitava sul collo.
Aurora gli era entrata in testa e aveva bisogno di capire bene cosa fare delle carte che aveva in mano.
L'idea di lasciarla lì con i bambocci non gli piaceva affatto e stava già pensando ad una soluzione per tirarla fuori dall'impiccio, in tarda mattinata Tizio e Caio lo avrebbero liberato, ora doveva solo decidere se trascinare Aurora con sé, parlare con Tizio e Caio o combinare un finimondo.
Aurora sembrava dormire, ma aveva un sonno così leggero che le palpebre le si chiudevano a malapena, un raggio insistente proveniente da una finestrella in alto la convinse definitivamente a tirarsi su, si mise a fissare il vuoto e continuò a non toccare il cibo a fianco a lei che presto sarebbe diventato pranzo per formiche e insetti vari.
"Quella mi crepa qui se la lascio fare" pensò Jack.
Le si avvicinò, i bambocci stavano ancora dormendo per tutte le energie che avevano speso frignando la sera prima, "senti, ho da dirti una cosa", le spiegò la storia del rapimento per filo e per segno.
Alla fine del riassunto Aurora lo guardò innervosita " dovevi proprio dirmelo? Potevo stare qui, lasciare passare le ore e magari i casini che mi affollano la mente o che ne so provare a vedere se da qualche parte dentro di me esiste un minimo di istinto di sopravvivenza... ora invece mi sento responsabile anche per quei due, appena uscita da qui dovrò tirare fuori anche loro e poi mi toccherà tornare in spiaggia, in mezzo ai bambini..." " Senti fa' quello che vuoi" "va beh, qual è il piano?"
Quando Tizio e Caio, passato un po' il post sbronza, aprirono la porta per fare uscire Jack si guardarono attorno, videro i bambocci ancora distesi ma nessuna traccia della bambola. "Dov'è la Gattamorta, Jack?". "Non lo so, mi sono svegliato e non l'ho vista".
Caio si guardò attorno poi fece qualche passo all'interno dello scantinato, sentì un dolore forte alla testa, poi vide nero mentre il suo corpo rotolava giù dalle scale. Tizio si beccò un pugno in faccia, quello che si meritava da una vita e poi parecchi altri. Aurora e Jack presero le chiavi a Tizio e si diressero verso la macchina, Aurora prese il posto alla guida, alla vista delle prime case si fermò e abbandonò Jack per la strada, "ti conviene sparire in fretta" e accelerò verso il paese. "Ma guarda sta stronza!" Jack guardò la macchina allontanarsi, poi sorridendo si incamminò verso la rimessa delle barche.
Qualche giorno dopo, mentre mia moglie si lamentava in cucina perché mi ero fatto fregare la barca, Aurora era con i due bambocci al telegiornale, sembrava una dea fragile ma i suoi occhi puntavano dritti la telecamera, parlò della fame, della sete, di come si era liberata da sola e di come aveva liberato gli altri, parlò di tutto meno che di Jack.
Jack era diventato il fantasma nella nostra storia, Aurora non lo nominava neppure, mentre i due sbraitavano che era complice e andava catturato. L'intervistatore fece la solita ultima domanda da domande finite, "la sua vicenda è stata drammatica, vuole aggiungere qualcos'altro?" "Corri più veloce della noia Senzacuore!"
Jack lo chiamavano Senzacuore perché lo aveva regalato in una notte umida, quando le rughe gli segnavano già il volto e aveva una fame della miseria, Jack lo chiamavano Senzacuore perché quando guardava il mare dalla nave sembrava non stesse guardando nulla, Jack lo chiamavano Senzacuore perché nessuno riusciva a scoprire il suo vero nome.
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