Di professione faccio l’equilibrista. Non si direbbe è vero, e non lo direbbero neanche le persone che mi vedono tutti i santi giorni al tavolino del bar, il solito bar, a sorseggiare, a seconda delle stagioni, cappuccino, caffè, crema al caffè, insomma qualcosa a base di caffè. Che adoro. E' la mia dose giornaliera di felicità.
E’ vero, molti mi dicono che non ho il fisico per questo mestiere. Manco di muscoli, di agilità e, soprattutto, di senso dell'equilibrio che, in linea teorica, dovrebbe essere fondamentale. Ma a me non sembra. Credetemi si può fare comunque anche senza tutte queste belle qualità.
Il mio mestiere mi dà grandi soddisfazioni, il più delle volte. Tutto il resto è spirito di sacrificio, abnegazione e ancora sacrificio. Che tristezza, penseranno in molti. Ma non è così, ve lo assicuro.
Nel mio mestiere, dicevo, è importante l'allenamento, duro e costante, infatti io mi alleno tutti i giorni, perché si va in scena tutti i giorni, tutti, e più volte al giorno. C'è lo spettacolo mattutino, il pomeridiano, la pausa caffè che, almeno quella, non manca mai e lo spettacolo serale. Niente sabati o domeniche, che si deve lavorare di più e niente feste comandate, che si lavora il doppio. Eh ma son soddisfazioni poi. Gli applausi, i ringraziamenti, gli incoraggiamenti, qualche volta un paio di fischi, ma è gente invidiosa, non capisce, d'altra parte si tratta di un pubblico così vario, uomini, donne, bambini, da zero a novantanove anni, come per la tombola. E comunque non si può piacere a tutti.
Giorni fa parlando con alcuni colleghi ventilavo l'ipotesi di cambiare mestiere, restando sempre nel settore, per carità, ma vorrei provare che so io, a fare l'illusionista per esempio, per far sparire di tanto in tanto, che ne so, la mia persona? O magari, perché no, provare quel lavoro così carino e affascinante, quello che fa quell'artista tanto bravo, ma sì, quello che prima è vestito in un modo e un secondo dopo è già vestito in un altro, quello con quei capelli strani tutti in su per intenderci, che dal parrucchiere, almeno lui, fortunato, riesce ad andarci. Che bello che deve essere, che comodità... Altre volte invece sogno semplicemente di avere un doppio, un gemello, qualcuno insomma che ogni tanto prenda il mio posto. E la facciamo finita, almeno per un po'.
Ma questi, appunto, sono solo sogni da lasciare lì, belli tranquilli a sonnecchiare in un cassetto, quello della biancheria, che sarà il caso metta in lavatrice altrimenti domani mattina siamo tutti senza mutande. Sì, perché in realtà, lo ammetto, ho anche un secondo lavoro, mi serve per arrotondare, perché essere un'equilibrista, con l'apostrofo, obiettivamente non basta.
Di secondo lavoro faccio l'ingegnere, e qui si potrebbe aprire una discussione. Faccio lo ingegnere, la ingegnere, la ingegneressa? No perché mi dicono che è importante saperlo, così lo segnano e se lo ricordano quando devono darmi lo stipendio.
Comunque anche questo secondo lavoro, mi dà grandi soddisfazioni. Un bell'ufficio, senza piante perché sono allergica, la foto della mia unica figlia sulla scrivania, (non so ma chiedere di stare a casa per avere un altro figlio mi sembrava indelicato) anche quella di mio marito, che una volta è venuto a prendermi e non l'ha trovata e mi ha tenuto il broncio per un giorno intero.
Adesso, per esempio, mi sto occupando di un progetto interessante, molto interessante. Ci ho lavorato parecchio, procrastinando a volte alcuni spettacoli serali, di solito si tratta del numero dei piatti, quelli da lavare, ma alla fine il risultato mi ha ripagata. Di parole certo. Ne hanno spese così tante che, se fossero stati soldi, magari l'impianto di condizionamento della macchina l'avrei potuto far riparare, ma non importa, che un po' di caldo, in estate, mi mantiene tonica e d'inverno, il condizionatore non serve. Anche i gesti poi, non sono mancati, pollici in su, simboli di vittoria, pacche sul sedere, oh pardon, volevo dire sulle spalle. Che cari, i miei colleghi, ma non lo fanno con cattiveria, no, no, è per spirito di corpo, dicono. Ovviamente, il mio.
Intanto la pausa caffè è finita, il mio doppio non si è visto, sarà il caso di alzarsi e rientrare al lavoro. La mia dose di felicità per oggi può bastare.
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