'Dai,
Mino, spicciati!', urla Ugo al fratellino in spiaggia.
Il
ragazzino si scuote, un'occhiata all'orologio, raccoglie i giornaletti sulla
sabbia, l'asciugamano e la radio, e saluta l'amica che si sta incamminando
verso il pontile.
'A
domani, Lisa', e Mino raggiunge Ugo che si è fermato davanti alla
grotta-spogliatoio di quell'angolo di spiaggia libera, e si sta accendendo una
sigaretta.
'Faccio
in un attimo!', dice Mino al fratello, che è passato a prenderlo con l'auto per
portarlo a casa. Il posto è isolato, ma quell'angolo è gradevole, e i turisti
lo disdegnano perché è in mezzo agli scogli e con un pontile abbandonato, dove
si infrangono le onde.
'Ciao,
Lisa!', urla ancora Mino, quando, vestito, s'incammina verso l'auto.
'Divertito,
oggi?', chiede Ugo, mentre lo sospinge correndo. 'Spicciati, più tardi devo
uscire...'.
'È
proprio simpatica, Lisa - commenta Mino. - Peccato che abbia qualche anno più
di me...'.
Ugo
lo consola: 'La rivedrai domani...'.
L'indomani,
invece, quell'angolo isolato è pieno di agenti. È sufficiente che qualcuno
scenda il viottolo che porta all'insenatura, che subito si vede circondato da
uomini in divisa, e non è possibile fare dietro-front.
Mino,
che il fratello ha lasciato sulla strada, viene avvicinato come tutti.
S'impappina e non sa chiarire nulla. Capisce solo che Lisa è stata ritrovata
morta in acqua, dopo aver battuto la testa sugli scogli, cadendo dal pontile.
Devono accompagnarlo a casa, perché sta tremando.
'Signora,
ci scusi...', dicono alla donna uscita in cortile, mentre il ragazzino è corso
in camera sua.
'Che
ha fatto, Mino?', chiede Elma, impaurita.
Le
raccontano tutto.
'Gli
abbiamo fatto le solite domande di routine - dicono tranquilli - ma il ragazzo
si è subito impaurito...'. Ora gli sguardi sono diventati indagatori.
La
madre pensa al figliolo, innamorato di Lisa.
'Suo
figlio è diversamente abile?', domanda uno dei poliziotti.
'Sì
- e la povera donna allarga le braccia -. Ma i dottori dicono di aver
fiducia... È solo qualche anno più indietro dei suoi coetanei: ha 14 anni, ma è
come se ne avesse 9 o 10', conclude.
'Ci
dia una mano, in attesa dell'autopsia', chiede l'altro poliziotto.
Elma
sale le scale con loro.
'Mino,
possiamo entrare?', fa la donna, spalancando l'uscio.
'Non
devi aver paura... - dice. - Questi signori vogliono aiuto da te, vogliono
sapere a che ora hai salutato l'ultima volta Lisa, è importante!'.
'Quando
sono entrato nella grotta a cambiarmi mancavano 10 minuti alle 18!' - fa il
ragazzino, ora calmo, calcando le parole -. Ho guardato l'ora'.
'Ed
è stata l'ultima volta che hai salutato Lisa?', chiede uno dei due poliziotti.
'No,
l'ho salutata ancora quando sono uscito, andando all'auto con Ugo', dice il
ragazzino, deciso.
'C'erano
altri sulla spiaggia?', si informano gli agenti.
'No,
nessuno', fa Mino, sempre sicuro.
'Fra
le rocce, sul pontile, poteva esserci nascosto qualcuno?', insistono.
Il
bambino li guarda, non sa rispondere. Alza le spalle. 'Prima, con gli altri,
c'era anche Lucio, il suo fidanzato. Ma è stato il primo ad andar via, avevano
litigato'.
'Quanto
puoi averci messo a cambiarti?', domandano ancora.
Di
nuovo spallucce.
Elma
si alza e si stupisce che i poliziotti continuino a guardare il ragazzo. Sgrana
gli occhi con rimprovero: 'Solo qualche anno più indietro dei suoi
coetanei...', sembra voler ripetere.
'Ugo,
hai saputo di Lisa? Hanno interrogato Mino...', dice la madre al figlio
ventenne.
Lui
cade dalle nuvole. Si inquieta che abbiano spaventato Mino. Quella sera non
uscirà, vuole trascorrere la serata con il fratello, però prima passerà in
Questura. 'Ma la prossima volta che lo interrogheranno voglio esserci io...',
dichiara, mentre la donna benedice il cielo che le abbia dato due figlioli così
attaccati fra loro. Guai a parlare male di Ugo a Mino, guai fare dell'ironia
sul ritardo mentale del fratellino con il maggiore.
'Ti
porto a spiaggia?', dice Ugo il giorno dopo. In genere, il ragazzino non ha
bisogno di solleciti, ma ora sta ciondolando nell'aia, davanti a casa.
'Non
so se ne ho voglia...', nicchia Mino.
'Vai
a prendere il costume e la sacca!', ordina il fratello più grande, mentre va a
telefonare al principale, e chiede un giorno di ferie. 'Prendi anche il mio
costume!', urla al fratello.
'Mino,
sei pronto?', dice Ugo che ha raggiunto il ragazzo, dopo lunga attesa. Mino sta
litigando con la sacca, che non si chiude. 'Non ci sta...', dice, e sembra aver
voglia di piangere.
'Dai,
andiamo!', dice Ugo togliendogli tutto dalle mani, e qualcosa se lo getta in
spalla.
'Oggi
ti sfido a nuoto...', dice Mino in auto, e Ugo ride.
Si
cambiano insieme nella grotta e corrono a tuffarsi. Poi la grande gara, prima
di stendersi al sole.
Il
pomeriggio passa veloce, con un pensiero anche a Lisa.
'Mino
si riprenderà - si consola il fratello -. Un amoretto da bambini...'.
Nessuno
viene a disturbare la quiete, il luogo ora ha brutta fama, anche se la polizia
è orientata a archiviare il tutto come un incidente: la ragazza è scivolata dal
pontile sulle rocce, ed è caduta in acqua.
Dopo
un po' si girano e s'accorgono che c'è Lucio, vestito, sul pontile, sopra gli
scogli che hanno causato la morte di Lisa.
Lo
raggiungono: è stravolto.
'Guardavo
il mare - riesce a dire il ragazzo -. Volevo che mi suggerisse come sia stato
possibile che sia scivolata!'.
'E
cosa ti ha detto?', domanda Ugo, dolce.
'Forse
che le persone non sono come sembrano... - dice dopo un po' -. Sono come
quest'acqua: limpida in superficie, e via via che si scende nebulosa, torbida,
misteriosa! E il mare è profondo, com'è profondo, chissà cosa c'è là sotto...',
singhiozza Lucio.
Mino
si attacca al fratello, spaventato.
'Vieni,
Lucio, ti accompagniamo a casa', dice Ugo.
Entrano
in grotta, Ugo è un fulmine a cambiarsi, esce e offre una sigaretta al
sedicenne, che ha lo sguardo fisso al mare.
Ugo
rientra in grotta, esce ancora e cerca di distrarre l'ex fidanzatino, senza
successo. Ora osserva anche lui quella massa d'acqua che si infrange sugli
scogli e ripensa alle parole di Lucio: profonde, com'è profondo il mare!
Ritorna
in grotta e osserva il fratello. Ha appena completato la sacca da ginnastica:
prima le pinne, poi gli asciugamani e i costumi, infine i giornaletti, la radio
nella plastica e... no, il mucchietto non è venuto bene. Disfa tutto e
ricomincia, finché il risultato non lo soddisfa. Sorride e raggiunge i due.
Nuovamente
la polizia è in casa di Elma: tutti i ragazzi che frequentano il luogo hanno
citato come testimone Mino, che è l'unico che può dire che si siano
allontanati, in gruppo, con Lisa ancora viva. Solo Lucio se n'era andato un po'
prima.
'Lei
ha dichiarato di essersi recato a prendere suo fratellino e di non aver visto
nessuno sulla spiaggia!', chiedono, felici dell'occasione di poter riparlare
anche con Ugo, in attesa che Elma conduca loro Mino.
'E
la ragazza l'ha vista? Ha visto qualcun altro?', insistono.
'No,
come mio fratello non ho visto nessuno. Ho aspettato che si cambiasse, un
saluto a Lisa e siamo andati via'.
'È
sicuro che non potesse esserci qualcuno nascosto?'.
'E
dove?', chiede, poi scuote la testa.
'Sono
sicuro', dice infine.
Inverno.
Il preside parla con la madre di Mino.
''È
diventato meticoloso sino all'assurdo - dice -. Lo scorso anno non era così, ma
ora... l'insegnante di sostegno non basta più. Prima di aprire un libro, deve
svuotare la cartella, e sistemare tutto sul banco: la penna a sinistra, dritta;
il temperino e la matita a destra. La gomma in mezzo: se è sporca occorre
pulirla. Stiamo perdendo troppe ore...'.
La
madre piange. Il preside le ha concesso un mese: o ci sono miglioramenti, o lui
non può tenere il ragazzo in una classe di normodotati.
'Mino,
non sprecare tempo...', consiglia dolce la madre nel pomeriggio, quando il
ragazzino si accinge a fare i compiti. Non si è mai accorta di tutti i minuti
che impiega ad allestire la scrivania.
'Tesoro!
- dice amorevole. - Cosa cambia se la penna la metti qui, anche storta, e la
gomma la lasci nell'astucc...'.
'No!
No!...', fa il piccolo, occhi sgranati, irriconoscibile.
'Scusami
- dice, e lo accarezza. - Metti tutto come vuoi, ho sbagliato io!'.
Il
bambino recupera il sorriso e ricomincia.
La
sera, Elma parla con il figlio più grande.
'Ugo,
è stato un disastro l'incontro col preside!'.
Il
figlio la tranquillizza: 'Chiediamo a chi ne sa più di noi, mamma - dice
sereno. - Possibile che i medici non si siano accorti di un peggioramento?'.
La
madre si calma, ha ragione. Magari i dottori le sapranno indicare quali parole
usare con il preside.
'Signora,
lei e suo figlio continuate sempre ad essere ottimisti, ed è un bene, ma la
malattia di Mino può avere alti e bassi! È già molto che non sia
aggressivo...', chiarisce il dottor Dosi, un luminare. Le due figure lo
ascoltano attonite, poi pregano che la nuova medicina faccia miracoli, e che la
relazione che il medico preparerà incida sulle decisioni del preside.
Ma
il mese accordato sta terminando, e cambiamenti non ci sono. Mino, nelle poche
cose che fa da solo, è sempre lento, meticoloso, ossessivo. Elma piange mentre
riordina la sua cameretta.
Sistema
il materasso, e spunta un giornale, con l'incidente di Lisa: Mino lo ha
nascosto lì.
'Povera
ragazza - pensa - tanto carina, un po' civetta. Tutti erano innamorati di lei
in paese, un tempo anche Ugo le telefonava spesso. Ma quanto piangeva al
funerale, Lucio, quanto si sentiva in colpa, come se la caduta fosse una
conseguenza della lite con lui!'.
Però
gli incidenti capitano, pensa la donna, e Mino l'aveva pur detto ai poliziotti
che alla fine non era rimasto nessun altro in spiaggia, ed era stato verificato
che Lucio avesse davvero preceduto gli amici al bar.
Quasi
sorride, Elma, pensando alla faccia del suo ragazzino, quando gli avevano
chiesto se fra le rocce potesse esserci nascosto qualcuno. Poi non sorride più.
Si siede, c'è un pensiero che le martella in testa, non le dà tregua. Mino non
ha visto nessuno, Mino ha saluto Lisa per ultimo, e suo figlio non c'è tutto,
di testa...
'Ugo,
dovrei parlarti!', gli dice la madre la sera, mentre lui è pronto per uscire, e
già ha salutato il fratellino che, nell'altra stanza, guarda la televisione. Ha
passato tutto il giorno a dirsi che è pazza e non gli dirà nulla, ma tant'è...
'Che
c'è, mamma?', domanda.
Silenzio.
'Dai,
mi stai preoccupando!'.
'È
che... quando c'è stato l'incidente di Lisa, lo sai, i poliziotti hanno chiesto
a Mino se fosse stato l'ultimo a salutarla, e lui ha detto di sì, e che non
c'era nessun altro... Ma io ho un dubbio, un omicidio è un omicidio. Se il mio
figliolo si è macchiato di un delitto... io non voglio coprirlo!'. Diventa
pallida, quel che non doveva dire l'ha detto.
'Ma
cosa dici? Mino è un ragazzo così buono, cosa ti viene in mente?', e non si
accorge d'aver alzato la voce, perché il ragazzino ha alzato il volume del
televisore.
'Tuo
fratello, la scorsa estate, era già aggravato nella sua malattia? Era già così
meticoloso?'.
'Non
so...', risponde Ugo.
'Lo
andavi a prendere a spiaggia: non lo aiutavi mica a sistemare le sue cose nella
sacca, vero?'.
'Cosa
cambia?', chiede Ugo, guardando preoccupato la madre, il cui colorito è rosso
fuoco.
'Se
Mino era già così meticoloso a mettere a posto le sue cose, qualcuno sulla
spiaggia c'era! C'eri tu! E Mino non ha mai detto se Lisa abbia risposto
all'ultimo saluto, quando raggiungevate l'auto. Gli agenti non ci hanno badato,
ma lui non dà nulla per scontato: vuoi che gli chiediamo se Lisa ha risposto?'.
'Lisa
non ha risposto perché giocava a fare il morto, con la faccia in giù. Chissà
come faceva...', dice Mino, sulla soglia.
Lo
guardano entrambi, occhi sbarrati, poi la madre comincia a urlare, e
inutilmente Ugo tenta di abbracciarla per zittirla, mentre parla a mozziconi di
un matrimonio saltato, di tante promesse, e la paura di unirsi con chi ha per
fratello 'uno che non c'è tutto...'.
'Rideva,
mamma, e prendeva in giro Mino... - dice Ugo - e non si accorge che davanti a
lui ora non c'è più la madre ma uomini in divisa. - Le ho dato una spinta, e
non ha riso più!'.
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