martedì 31 maggio 2016

Francesco Buti - Aggrappati ad un'anima in questo grande mare

Era il giorno del suo trentesimo compleanno. A Lorenzo piaceva festeggiare i compleanni e stare in mezzo alla gente. Il fratello e i suoi colleghi di lavoro, gli organizzarono una festa a sorpresa. Cena e poi discoteca. Al mattino, in fabbrica ringraziò tutti gli operai della magnifica sorpresa, anche quelli che non avevano potuto partecipare. Era un tipo di poche parole, ma quando parlava sapeva cosa dire. Lorenzo era laureato in lettere ed era finito a lavorare in fabbrica per colpa della crisi. Lui di lasciare l’Italia proprio non ne voleva sentir parlare. Dopo il lavoro si ritrovava sempre al bar con il suo miglior amico Jago. Jago invece era l’esatto contrario di Lorenzo. Era una persona estroversa e con la sua laurea era riuscito a trovare anche il posto di lavoro. Lavorava in ospedale come infermiere. Jago e Lorenzo erano cresciuti insieme perché erano sempre stati in classe insieme, dalle elementari fino all’università. Lorenzo non aveva una donna fissa da circa cinque anni, mentre Jago era felicemente fidanzato con Sofia da quasi nove anni e stavo pensando anche al grande passo. Ogni sera, davanti ad una birra Lorenzo si sentiva fare da Jago la stessa domanda: ”Hai incontrato la tua ragazza interessante?” e Lorenzo gli rispondeva: “ Me lo hai chiesto ieri sera” e sorridendo gli rispondeva: “Non si sa mai, potresti incontrare la ragazza giusta quando meno te lo aspetti”. Passarono due mesi e nella fabbrica di Lorenzo tra licenziamenti, rinnovi e nuovi contratti arrivò una nuova operaia. La affidarono a Lorenzo per imparare velocemente il da farsi. Si chiamava Carlotta. Aveva 28 anni e anche lei come lui, era finita li per colpa della crisi. Era laureata in marketing e stava cercando di mettere via un po’ di soldi per prendere una seconda laurea o un secondo master all’estero. “Che cosa vorresti fare nella vita?” Le chiese Lorenzo mentre le faceva vedere il lavoro da svolgere: “Non vorrei fare tutta la vita questo lavoro” gli rispose sorridendo. “Neanche io, ma se questo paese non ci da nient’altro. Io prendo questo” le rispose sorridendogli. “Io non mi accontento…”, poi continuò “io mi chiamo Carlotta!”. “Piacere Lorenzo” disse lui. Dopo qualche settimana che erano tutti i giorni spalla a spalla a lavorare cominciarono a conoscersi anche un po’meglio, a capire che non erano poi così diversi. Così un giorno Lorenzo decise di invitarla a cena, visto che un caffè lo prendevano insieme tutti i giorni durante il lavoro. Lorenzo prenotò ad un ristorante non lontano da casa di Carlotta. Uscito dal lavoro andò a prepararsi e poi la passò a prendere. Passò una serata che era tanto tempo che non passava. Poi finito di mangiare, andarono nel centro della città, camminando e continuando a parlare. Ritornando alla macchina, si dettero appuntamento per il mattino seguente. A lavoro. “Come dicevi, che l’amore lo si incontra proprio quando meno te lo aspetti?” scrisse per messaggio a Jago appena rientrò a casa. “L’hai trovato?” gli rispose Jago “Si chiama Carlotta” “Domani mi racconti” rispose l’amico. ”Al solito bar per colazione e ti racconto tutto.” Di buon mattino, davanti ad un caffè e un tramezzino, Lorenzo raccontava a Jago che splendida ragazza stava scoprendo. Jago lo guardava, nei suoi occhi c’era una nuova luce, questa volta sapeva che era la donna giusta da amare. Le uscite con Carlotta si facevano più assidue. Jago invece era qualche settimana che non si faceva vedere al bar. Lorenzo nella pausa pranzo del lavoro, aveva provato a chiamarlo. Senza risposta. Pensò che stesse lavorando. Quindi riprovò la sera quando era con Carlotta. Ancora senza risposta. Erano passati due mesi e da Jago nessuna risposta. Lorenzo venne a sapere da altri ragazzi del bar che era in crisi con Sofia. “Da quanto tempo è in crisi con Sofia?” chiese Lorenzo ad uno di quelli: “Mah, da che so io saranno un paio di mesi, perché te non sapevi niente? Sei o non sei il suo migliore amico?!”. Lorenzo se ne andò sbattendo la porta deciso ad andare a casa di Jago, ma Carlotta lo fermò: “Avrà avuto i suoi motivi, dagli tempo…vedrai che si farà risentire”. Lorenzo abbassò gli occhi e scosse la testa. Sapeva che Jago non si sarebbe mai comportato così. Intanto la storia tra Lorenzo e Carlotta ormai era ufficiale. I mesi passarono e arrivò l’estate. Arrivò il tempo di chiedere le ferie. “Dove andiamo?” chiese Lorenzo mentre era al computer a guardare un po’ di viaggi low cost. “Non lo so. Grecia?” Rispose Carlotta mentre era distesa sul letto con le gambe lungo il muro. “Grecia!”. Prenotò e dopo ancora un mese di lavoro, partirono per la Grecia. Mentre era in aeroporto, Lorenzo ripensò al viaggio con Jago. Fu il primo viaggio fatto loro due, soli. I festini sulle spiagge, le sbronze, i baci con le greche, le spagnole e le italiane. Ripensò al suo silenzio e alla sua assenza. Carlotta gli chiese: ”Che stai pensando?” “A niente, scusa. Gli aeroporti mi mettono tristezza.” Rispose Lorenzo. “Gli aeroporti o Jago ti mette tristezza?” Lorenzo sorrise senza risponderle e la baciò. Quando arrivarono in Grecia era tardo pomeriggio il tempo non era bello e faceva un gran caldo. Decisero di farsi una doccia ed aspettare la cena in albergo. Al mattino, sarebbero dovuti andare a visitare il tempio di Zeus. Mentre la guida mostrava le rovine del tempio vide in lontananza una figura a lui familiare. Poi si disse: “E’ solo il caldo, è il sole!”. Il giorno seguente si spostarono a Santorini. Dopo aver fatto colazione andarono a visitare l’isola. Lorenzo quella persona che vide al tempio di Zeus la vide di nuovo. Era di fronte a lui alla reception. “Jago!” Lo chiamò. Carlotta vide il miglior amico di Lorenzo di cui aveva tanto aveva sentito parlare. Jago si girò lentamente: “Lorenzo! Ma che bella sorpresa! Ma che ci fai qui?” “Io sono in ferie, te invece?” rispose Lorenzo. Presero le chiavi e salirono nelle loro camere senza dirsi nessun’ altra parola. Carlotta vide che l’umore di Lorenzo era cambiato. Provò a chiedergli perché l’incontro con il suo amico lo aveva fatto così arrabbiare. Lui le rispose: “Non sono arrabbiato, sono triste. Mi dispiace si comporti in questo modo.” Lei gli accarezzò la testa: “Lo so che è difficile per te, visto che è il tuo migliore amico. Ma dagli tempo. Avrà dei motivi perché si comporta così anche con te. Il tempo certe volte aggiusta le cose, certe volte invece siamo solo noi che abbiamo bisogno di fermarci. Così Jago.” Sorrise. Decisero di non cenare in albergo. Jago al mattino non si vide e non lo videro per il resto della vacanza. Quando rientrarono in Italia Lorenzo, decise di seguire il consiglio di Carlotta. Quando passava dal bar non chiedeva notizie di Jago. Però sentiva che gli mancava qualcosa. Voleva raccontare al mondo che finalmente era felice. Ed a parte suo fratello, aveva solo Jago. Alle porte si cominciavano ad attaccare gli addobbi per Natale, quando a Lorenzo arrivò un messaggio: “Vorrei parlarti. Questa sera sei impegnato?” era il suo migliore amico. “No” rispose Lorenzo. “Ci vediamo al bar, prendiamo una birra. Alle 21?”. Lorenzo ci pensò un po’ poi gli rispose: “Al bar no. Facciamo alla lavanderia 24 h della Miranda, stasera vado a fare un po’ di lavatrici.” Nella pausa pranzo andò a dire del messaggio a Carlotta. “Che ti avevo detto, aveva bisogno di tempo…”. Dopo il lavoro, mentre Lorenzo si faceva una doccia, Carlotta preparava la cena. Lorenzo portò via i panni da lavare, quelli del lavoro e anche un po’ di biancheria intima. Jago era già arrivato ed era sulla porta che stava fumando. Nessuno dei due disse niente. Nella lavanderia non c’era nessuno, solo il profumo del detersivo che si espandeva in tutta la sua fragranza. Lorenzo prese le ceste con i panni e entrò nella lavanderia lasciando fuori Jago. Dopo pochi istanti lo vide entrare. Si mise a sedere su un tavolino, ma nessuno dei due diceva niente. Appena finito di caricare la lavatrice e infilato il gettone lo guardò: ”Qui c’è da aspettare un po’ che fai mi fai compagnia?” Jago infilò la mano in tasca e gli disse: “Ci fumiamo una sigaretta…”e saltò giù dal tavolino. Lorenzo uscì dalla lavanderia e avrebbe voluto fargli mille domande, ma non disse niente. Accese solo la sigaretta e lasciò la parola a Jago con un gesto della testa. Jago disse: “Mentre venivo qui, stavo ascoltando una canzone di Lucio Dalla” “Non ci vediamo da quanto tempo? E parli di canzoni di Lucio Dalla?”. “Come è profondo il mare. L’hai presente?” “si l’ho sentita” facendo un tiro di sigaretta e spalancando gl’occhi. “E’ come se parlasse un po’ di me, un po’ di noi..” poi abbassando la testa, continuò “ ad un certo punto dice: è inutile, non c’è più lavoro, non c’è più decoro Dio o chi per lui, Sta cercando di dividerci, di farci del male, di farci annegare…” guardandolo fisso negli occhi. Lorenzo face un tiro della sigaretta: “Sei tu che sei voluto annegare. Sei tu che sei sparito…Il lavoro non c’è più?” abbassando la testa Jago gli rispose: “Già oltre a Sofia che se n’è andata ho perso anche il lavoro. Sono sei mesi che non lavoro. Io non sono come te…” Lorenzo sorpreso delle ultime parole: “Che vuol dire come me?” “Si, tu hai un lavoro. Tu hai una donna. Tu hai una casa tutta tua. Tu adesso sei felice. A te questo ti basta.” Lorenzo sorrise e buttando via la sigaretta: “ E a te questo non basterebbe? Quando hai una donna che ti ama, fai un lavoro che ti permette di andare avanti con un tetto sopra la testa. Cosa cerchi? Avere sempre di più senza poterlo condivide con nessuno? Ne’ con una donna, ne’ con la tua famiglia, ne’ con i tuoi amici se ancora ti è rimasto qualcuno…pensaci.” Jago rimase in silenzio. Poi Lorenzo continuò: “Pensaci se ne vale davvero la pena buttare via un’amicizia, un amore o la famiglia per il tuo lavoro che è solo una questione di soldi. La felicità non si compra così…io ho scelto di fare una vita normale, ma felice, ma so che in quella felicità ci rientri anche tu perché sei il mio migliore amico. Pensaci.” Detto questo rientrò nella lavanderia. Jago dai vetri continuò ad osservare Lorenzo che ripiegava i panni. Quando Lorenzo uscì dalla lavanderia, Jago se n’era già andato. Al mattino appena alzato, come primo pensiero fu per il suo amico: “Speriamo Jago si faccia risentire” dando un bacio a Carlotta che stiracchiandosi nel letto: “Buongiorno!” e ricambiando il bacio: ”Lo sai che si farà risentire… ma adesso non ci pensare è domenica”. Dandogli un altro bacio si accoccolarono di nuovo sotto le coperte e suonarono le campane di mezzogiorno. Qualche giorno dopo suonò anche il telefono di Lorenzo. Era Jago. Lo aspettava al bar nel pomeriggio. “Vi siete conosciuti in Grecia, ricordi?” disse Lorenzo quando arrivò con Carlotta all’appuntamento. Jago rise. Parlarono del tempo che Jago si era perso e che ormai non poteva più recuperare. Carlotta lo ascoltava che sembrava quasi incantata su come raccontava di come era finita la sua storia d’amore con Sofia. Lorenzo, lo rincuorò e gli chiese: “Che farai, adesso?” Jago gli rispose sorridendogli “Cercherò la mia felicità, cercherò un altro lavoro e chi lo sa…” poi continuò: ““Hai ragione. Bisogna lottare per quello che amiamo e se quello che amiamo non è sempre possibile ottenerlo bisogna essere felici. Felici come vedo voi due adesso…” Lorenzo guardò Carlotta. Si dettero un bacio sulla bocca. Jago si alzò dalla sedia e canticchiando: “…Com'è profondo il mare, Com'è profondo il mare” Lorenzo si alzò e rise. Si abbracciarono e Jago gli disse: “Grazie di esserci sempre stato. Sei tu la mia ancora in questo grande mare” e Lorenzo canticchiando: “…perché lo protegge il mare, come è profondo il mare”. Risero ancora.

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