In quel groviglio
d’alghe diafane nella stiva
non aveva raggi il sole,
non aveva sguardi il cielo,
ma tu avevi un sogno in
fondo all’acqua.
Neppur tremar potevi o
partorir paure,
i bagli eran filamenti
di scarafaggi,
scricchiolii di piombi i
silenzi freddi.
Eppur di luci t’accendevi!
Né potevi naufragar
nell’oblio dell’onda rapida,
cavallucci cavalcar di
lunar splendore,
ancorar alle conchiglie
i guizzi iridescenti.
Eppur t’immergervi negli
occhi delle stelle!
Uno schianto, una
forbice di cristallo,
un amalgama d’ali
d’alghe, sfingi nere
che si sfilacciano
mugghiando.
E poi, che hai visto?
Ma avevi un sogno,
che s’attorciglia alla
carlinga,
che scivola sulle
coscienze,
che giace in fondo al
mare.
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