martedì 9 maggio 2017

Pierpaolo Lavatelli - La febbre perpetua

L'amore non è un delirio della mente, ma la febbre perpetua del cuore.

Questa è la frase che lei aveva sul suo profilo di Skype:
una mattina, cercando altre persone per chiacchierare, mi sono imbattuto in lei; così le ho mandato una richiesta di contatto.
Ero curioso di sapere se la frase l'avesse scritta per un motivo, oppure era messa lì tanto per fare.

Il suo nickname era completo di tutti i dati. Non è il tipo che vuol nascondersi, è stato il mio primo pensiero.
Lo so e lo immaginavo che è difficile avere risposta da una persona che non conosci, però ci ho provato comunque. La sua foto era naturale e sorridente.

Così funziona: lanci la bottiglia col tuo messaggio nel mare di Skype e poi aspetti che qualcuno la raccolga.
La possibilità che sia ignorata o che si perda in quel mare è molto alta.
Dopo qualche giorno, lei accetta il contatto e da quel punto si può scrivere.
Inizialmente mi ha chiesto se ci conoscevamo e se per caso c’eravamo incontrati in qualche occasione...
Niente di tutto questo: rispondo io, mi ha colpito il tuo messaggio di stato e, se vuoi, possiamo scriverci.
La tua è una frase molto bella e vorrei sapere che ne pensi e dove l'hai trovata.
Si comincia così, proprio da zero, ma ciò che ho notato nel tempo e che spesso, si parla di cose meno evidenti o scontate, rispetto a un incontro tradizionale faccia a faccia che avviene per caso.
Su questi programmi di chat si scrive a volte senza potersi vedere; spesso perché non è possibile: intorno a te ci sono altre persone o non hai una webcam o un telefono dell'ultima generazione.
Non puoi capire le espressioni, il tono della voce, i movimenti e non ci si può guardare negli occhi.
Un limite enorme, ma se due persone si pongono in modo leale e sanno cosa significa il valore della parola, puoi fare a meno delle altre sensazioni che ricevi in un colloquio faccia a faccia.
Vedo tanta coppie sedute di fronte che s’ignorano, che si trascinano in stereotipi che non vivono davvero, che sono insieme, ma sono completamente fuori sintonia: uno parla e l'altro guarda lo smartphone e vorrebbe essere in un altro posto e con un'altra persona.

La prima impressione è quella che conta ed essere se stessi è fondamentale. Con lei è stato così: bisogna essere accolti e accogliere; con semplicità e ponendosi in modo che l'altro capisca chi sei.
Lei ha teso le sue mani: nessuna domanda banale o scontata; così inizia il dialogo e abbiamo cominciato a scambiarci sensazioni ed emozioni.
Come due viaggiatori della rete, due passeggeri di un treno che non ha destinazione: incontrati per caso, spinti da qualcosa che non conoscono e curiosi di natura.

Lei, sempre di corsa e con poco tempo: mi rispondeva a volte dopo giorni.
Chiunque avrebbe pensato che era meglio lasciar stare.
Sembra di parlare a qualcuno che non ti vuole ascoltare: io non lo so come, ma sentivo che non era così, percepivo in lei uno spirito speciale.
A volte facevo fatica pure io a crederci, ma mi fidavo della mia sensazione.
Ogni giorno le mandavo un messaggio di saluto divertente, un pensiero e aspettavo che lei rispondesse, qualche foto o un pensiero carino per sollecitare una sua risposta; senza però mai pretenderla direttamente.
Desideravo trovare un varco di tempo nella sua vita per capire chi fosse dentro di se: volevo conoscerla!
Credo che i sentimenti nascano da una sensazione inconscia: nonostante ciò diventa qualcosa in cui credi fermamente, a volte senza un motivo razionale.

Lei la dama rinchiusa nel castello ed io il prode guerriero che la attende accampato sotto la sua torre al freddo, al vento e al gelo.
Pronto a farsi ossidare l'armatura pur di vederla apparire alla finestra.
Senza tentennare mai e pronto a difenderla dai predoni e dai furfanti.
Mesi così ad aspettarla nella finzione della nostra chat e nella vita reale.
Volevo capire tutto di lei e sapevo che sarebbe stato difficile, ma proprio come un cavaliere senza macchia e senza paura, non mi sarei mai dato per vinto!

Io non potevo di certo sapere che a lei piacevano queste storie, le visioni fantastiche, i sogni, la cavalleria e gli uomini che fanno ancora la corte alle dame per conquistare il loro cuore.
Il suo animo era ed è sensibile, una di quelle donne che in un tramonto si può perdere o che di fronte a un'alba dipinta di colori può mollare ogni impegno e andare sulla scogliera a fissare le onde...
Tra lei e me c'erano quattrocento chilometri di strada e gli impedimenti di due persone che non sono liberi davvero; specialmente io.

Così abbiamo condiviso foto, lettere e racconti via posta elettronica e un bel giorno, mentre le scrivevo raccontandole che ero accampato ancora vicino al suo castello mentre, nel frattempo, anche il mio cavallo mi aveva abbandonato e la mia spada era rimasta incastrata nel fodero per la ruggine delle intemperie.
Temendo, altresì, di non riuscir più a sfilarmi la cigolante armatura corrosa qualora lei mi avesse degnato di un brevissimo incontro...

Lei mi scrive: "Chissà forse la vita mi riserva una sorpresa, di sicuro una cosa bella l'ho avuta ultimamente, la possibilità di conoscere te, un uomo speciale, profondo e con un senso dello humor che mi piace molto, a presto!"

La mia costanza, la mia convinzione, iniziava a fare breccia e, infatti, le chiesi se avesse, per caso abbassato il ponte levatoio e potevo chiamarla al telefono.
Lei di certo sapeva benissimo che senza fondamenta non si costruisce un bel niente.
Anche se è limitato scriversi in una chat, può essere una base solida sulla quale costruire, quando i principi sono ben radicati in noi e crediamo fermamente in ciò che diciamo.
Così il nostro scrivere è diventato quotidiano e molto spesso ci sentivamo al telefono o con quelle applicazioni che consentono di vedersi e parlare.
Al posto della semplice lettera, portata da uno scudiero da un lato all'altro a cavallo, tra vento, acqua e probabili briganti... usavamo un sistema più tecnologico.
Scoprendo così passioni comuni, attitudini, una visione della vita simile e valori condivisi. L'inizio è importante: le regole fanno fondamenta, la lealtà e l'attenzione all'altro, mettendolo al primo posto, con la curiosità di conoscerlo sempre meglio... sono il motore che rende possibile ogni cosa!

Una pista di decollo in un prato: sono qui che passeggio e guardo verso l'orizzonte.
Dietro di me la città e di fronte le montagne; la manica a vento sfilacciata oggi è immobile: penso a quando sento il distacco delle ruote e mi sollevo da terra.
Quando appena di là dall’ultimo metro di pista posso inclinarmi dolcemente e guardare il mondo che scorre sotto di me.
Mentre punto al cielo e vivo sopra al mondo, raggiungo la gioia: riesco a vedere la mia vita laggiù in basso.
Non so mai quando parto davvero: oggi penso ai fantastici voli che ho fatto; oggi resto a terra.
Il sole è basso, ma non ci sono torri di controllo che ti autorizzano a partire e nemmeno dei tabelloni luminosi da consultare. Quando parti non lo sai.
Per questo sono qui: forse è oggi?
Se, come me, sei stata a camminare su un arcobaleno, sei disposta ad attendere molto prima di partire. Quando si vola con la compagnia aerea del cuore, non si sa mai che altezza si raggiunge.
Ci sono voli brevi, piccoli, leggermente sollevati dal suolo: mai sottovalutarli.
Si guida in due: puntare al cielo lassù è una questione di sguardi e basta un attimo.
Io adoro il rientro planando a motori spenti: con il sibilo del vento e le spirali in ascesa...trattenendo il respiro e stringendo la tua mano.
Così ora cammino, in cerchi sempre più ampi. Qui, nel mio prato di decollo, aspetto sempre te!

Così, quasi naturalmente, siamo arrivati al nostro primo vero incontro. Di solito succede al contrario, io invece ero sereno e lei anche: in fondo cercavamo conferme e così, dividendo la strada che ci separava per due, ci siamo trovati alla metà esatta del percorso.
Ci siamo abbracciati, felici di poterci finalmente vedere. E' stato tutto naturale e i nostri spiriti, che avevano agganciato qualche collegamento, esplodevano di gioia trovandone molti altri.
Ci siamo presi per mano passeggiando e camminando lungo il fiume, raccontandoci la nostra vita e guardandoci davvero negli occhi.
Ecco finalmente i gesti, i movimenti, le intonazioni della voce, il modo di ridere, il respiro...

Com'è fatto il desiderio di te? E' voglia di stringerti e di sentire quel che passa tra noi due.
Curiosità di imparare da te e di capire dalle tue forme chi sei e perché m’incanti così.
Disegnare a occhi chiusi il tuo corpo e fissarlo nella mente come la sagoma del mio amore.
Unire la voce, specchiarmi nei tuoi occhi e poi accarezzarti dolcemente, fino ad averti dentro di me, parte di me.

Ed è stato così che le mie mani hanno accarezzato la sua pelle, come si fa con una persona cara.
Sentivo attraverso di lei ed era come se sapessi come e cosa le piacesse di più.
E' stato come affacciarsi in un universo da una porticina e ammirare a bocca aperta.
A volte hai paura di scoprire ciò che hai già intuito, quando ogni tassello si mette nel posto giusto, ogni incastro si adatta perfetto e quando i brividi corrono lungo la pelle e diventano un segnale che non si può ignorare.
I nostri corpi erano in estasi. Difficile da descrivere: eravamo pervasi da una sensazione di benessere, di certezza e di completo abbandono all'altro.
Nessuno dei due poteva saperlo prima. Così il giorno diventa uno spazio dilatato a dismisura e la percezione del tempo come un film al rallentatore, gli attimi come strati consolidati nella roccia.
Tutto intorno a noi la natura scivola lentamente come il corso del fiume, tra le nostre parole e gli sguardi, ci siamo noi due abbracciati nell'acqua con la passione che segue il ritmo dei nostri cuori...
Le nostre mani che s’intrecciano e accarezzano, le bocche che si cercano e il sentimento che dispiega le ali per spiccare il balzo supremo verso il cielo.

Il mio abbraccio ti cinge, come guscio, come linfa. Ti protegge e si nutre di te e si permea della tua essenza.

Le altre donne mi hanno dato un mare rinchiuso in una vasca: io guardavo spesso il tappo e mi sono preparato a rimanere all'asciutto.
Ora sono circondato dal tuo mare, lo so che ci sono scogli, promontori, isolotti dove mi posso arenare...
Ci sono spiagge, coste rigogliose di vegetazione, panorami da tener il fiato sospeso: delfini e gabbiani e la bonaccia d'agosto.
Ci sono rotte da tracciare insieme, cieli immensi con l'orizzonte che sfugge in continuazione. Voglio vivere con te!

E ancora...

Io sono il cavaliere che tu hai rialzato dalla polvere, al quale hai dato l'onore di essere al tuo fianco per proteggerti col suo mantello dal freddo. A me hai affidato la spada per proteggere i tuoi sogni.
Io dipanerò la matassa del tuo filare perché tessa trame di storie ardite, per tenerti compagnia la sera, stretta a me davanti al focolare.
Io che sono il tuo uomo e il tuo cavaliere so di avere il privilegio dei tuoi baci e della tua pelle; sarò il tuo scudiero, il tuo vincastro, lo scettro del potere e il tuo dolcissimo amante.


Ti amo mia Regina!

3 commenti:

  1. Bellissima Paolo !
    Complimenti !
    Max

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  2. Complimenti Paolo sei un vero artista a tutto tondo. Bellissima!!!
    Silvana

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  3. Meravigliosa Paolo! Bellissima!Saida

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