mercoledì 24 maggio 2017

Alberto Salvalaio - Di notte la polvere


Odore di tristezza,
lume di un sogno gelido. 

Tonnellate di ferro sospeso. 
Vita rugginosa,
trascorsa disteso.
Maggio è una trappola
e dicembre una vergogna.


Il disprezzo degli altri è
un’attesa bugiarda,
lo sbaglio di un mendicante ferito. 

Pier Paolo, Cesare,
Alda, Beppe, Fabrizio
vi prego come Santi,
Lari di una famiglia dispersa.




Come un’ombra nel buio,
le mie lacrime Le bagnano il grembo. 

E lo strepito del diluvio è quello
d’un freddo fiume orientale.
Mentre le auto mi infastidiscono,
e il vento se le porta via, lì
nel profondo nero,
l’unico rosso è il sangue,
l’unica luce il neon.


Luce, di notte,
la polvere s’ammassa.
Il colore del buio si spegne sfrigolando. 

Viscida scivola
su di un tavolo rotto
la mente.
Ma il respiro è ancora ritmato
Naso - bocca,
naso - bocca.


In pensieri circolari scaccio sogni involontari. 
Ascolto le orecchie fischiare,
mentre le gambe tremano,
e il corpo brucia di febbre estiva.

E’ il cosmo intero, esausto, che cigola
sotto mani silenziose. 

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