Qualcuno più distante da noi
non ha più tempo né parole,
non ha nulla:
le ascelle gonfie e dolenti,
lo sguardo sospeso
che in attesa rimane.
Ci sono guardie che sorvegliano
gli angoli nascosti
affinché non sfugga al verdetto
chi ancora sconosciuto
non mostra un abito pulito
non possiede una fissa dimora.
Questo continente si veste da monastero
con le sue città ordinate dalle settimane,
trasparenti fino alle scuole,
alle fabbriche… nella moltitudine.
Addossati ai muri più alti
siamo qui in molti al cospetto del futuro
dietro gli usci sottili, le tendine
e i respiri.
Siamo qui, corriamo forte
verso una stazione di cieli assoluti
ma lì i treni sono stati tutti demoliti
dalla lunga notte di sonno
che si conquista ogni giorno.
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