Sprazzi fortuiti di giovinezza
Stentati e torpidi come un fiore di campo in miniera
Nel ritiro forzato della sera
Ho agganciato in una catena
Di anelli sconnessi, fraintesi
Come episodi di vita piena
Di malavoglia certo e per dovere,
Forse anche incoraggiato da un alito
Di speranza inconfessata
Impercettibile brezza
La carezza
Di un’ amante schiva
Durata
Il tempo in cui la sabbia del deserto
Esaurisce una pioggia rarefatta e rara
E si illude di essere viva.
Non ho la voglia
Di continuare a vivere:
Un nuovo software mi ha tagliato fuori
Da ogni canale legittimo
Di comunicazione:
“accesso negato” tasto dopo tasto
Non un solo bottone é rimasto
A cui affidare un messaggio.
Encriptato in un linguaggio
Di elettroni avariati.
Giá l’avevo previsto
Perche’ il vecchio cellulare
Non tollerava nuovi apps
E in un nuovo cellulare mi sarei perso
Come nelle circonvallazioni senza GPS
Per questo ho rifiutato Disneyworld ai nipotini.
I microchips sono impermeabili ai miracoli :
Perché inutilizzate
Le chiese sono state chiuse insieme ai casini.
Non ho la voglia di darmi la morte
E uccidere la speranza
Malposta forse ma vivificante
Dei bimbi che in coro
Mi invitano a far la guida
A un mondo nuovo e esuberante
Che li invita e li ammalia
Anche se a me appare staniero , e minaccioso;
Della sposa che si assopisce tra le mie braccia
Ancora dopo cinquant’anni
Per risvegliarsi
Nel mattino ogni giorno più prezioso
Anche se a una visione
Ogni mattino più lontana e sfocata;
Degli amici fuori mano
Che nutrono un futuro impossibile
Di ricordi rimodellati invano
Per vivificare la vecchia casa dai muri corrosi
E il tetto che crolla;
Anche se mal tollerata e silenziosa
La mia vita é preziosa
A coloro a cui comunica la vita.
Nel Getsemani
Cristo ha vissuto il dramma umano
Lo stesso per credenti e non credenti
Quando ha pregato che gli fosse risparmiata la morte
E che gli fosse impossibile continuare a vivere.
Quello che non ho é uno stratagemma
Per sottrarmi al dilemma.
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