Questa mente che non sa far altro che far sogni
è ridotta a disastri quotidiani,
celebrando sgargianti vuote citazioni e vanità avariata,
vecchi film e armadi aperti.
Avanzi di me si trascinano verso la lavatrice.
Mi specchio.
Mi cadono le braccia, e poi le spalle
e i denti.
La faccia stanca, la pancia gonfia.
Sconto le mie pene in casa,
insieme a tanti inutili interi e così poche metà.
Da starci male al solo pensiero.
Esplodono i ricordi strizzando gli occhi e il petto.
Mi hai dato la vita e la passione
sono tuo figlio,
tuo fratello,
sono il tuo amante,
sono il paziente.
E devo vederti
Vederti bene
Vederti in faccia
E poi scordarla.
Da starci male al solo pensiero.
Forse vaneggerò su quelle anime belle.
A ciò che immagino di loro in me.
Arraffandolo per la Rivoluzione che ritarda,
che si muove al buio.
Credo in chi ha provato la noia.
In chi ha aspettato che un minuto finisse.
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