Se
questo è un uomo non penso altrimenti non sarebbe un cadavere in fondo al mare
o un senza terra che ogni terra sputa. Se questo è un uomo non avrebbe per casa
il suo solo corpo.
Cosa
hai detto Mida? Dalla cucina non sento bene.
Niente
amore niente, non rompere almeno tu. Finisco la barba e arrivo.
Proprio
non capiscono che qui non c'è posto. Non possiamo mica mantenerli tutti. Fanno
un sacco di figli. Finirà che lo prenderanno tutti loro il bonus bebè, ecco
come finirà. Che gente.
Si
accontenterebbe di mangiare tutti i giorni. Tanto paghiamo noi. Quanti morti. Il fondo del Mediterraneo a
contenerli. Le ombre dei defunti a lambire il flusso delle nostre acque. Sulla spiaggia il mare invece di conchiglie a
depositare cadaveri.
Certo
che spiace quando vedi quelli piccoli, non siamo mica bestie, ma te li devo
mantenere io i figli?
Ma
loro neanche ci pensano a quanto costano.
Dovrebbe
esserci una legge. Rimpatrio. O hai un lavoro o te ne torni da dove sei venuto.
In
albergo,
in
albergo li mettono e fumano le sigarette e
giocano al pallone
col
telefonino. Villaggio vacanza a spese degli italiani.
Sono
forse io responsabile di te?
È
colpa mia se te sei nato
in
Africa o in Siria o Dovetipareva a te?
Al
limite li aiutiamo a casa loro. E intanto vengono tutti qua. Ci invadono senza
nemmeno la fatica di un esercito.
Poi
vanno persino a recuperare i corpi in fondo al Mar e tu paga somaro lombardo.
Paga il conto. Ma quanto costerà il becchino?
Sugli
scogli il frangersi dei flutti è violentissimo. Naufragio. Stamattina. Di
nuovo. Non è di buon auspicio questa colazione coi morti. Una tragedia senza
finestre per loro ma a noi ce ne verrebbe che danno.
Tutta colpa di quelli che creano speranze.
Quando
guardo le facce dei migranti sembrano sempre le stesse. Le madri velate con i
bambini in braccio e quell’espressione dolente che hanno certe Madonne degli
altari . Sembra sempre lo stesso sbarco della stessa persona. Quella persona o
quelle persone non possono esistere. Non qui. Qui non c’è posto. Non siamo
attrezzati. Non ora.
Mida
tiene stretto il portafoglio e si lamenta di quanto il portafoglio lo tenga
stretto. In pugno. Stritolato. Un tritacarne da cui è passato anni fa.
Guarda
amore è semplice o cambi canale o fai colazione da sola. Io alle otto sono in
ufficio e non è che mangio guardando sacchi di plastica coi cadaveri dentro.
Non sono mica un animale, mi si rovescia lo stomaco.
Ma
lo sai che la colazione è il pasto più importante? Guarda che io devo tirare
fino alle due e poi, se va bene, un panino io. Stasera finirò tardi. La
promozione non ti arriva per anzianità di servizio.
E
dopo che mi devo sbattere tutto il santo giorno, mi tocca cominciarlo e
terminarlo con notizie deprimenti, oh Signur, liberaci dallo sbarco quotidiano.
Liberaci.
- Mida sei nervoso -
- Sono in ritardo amore che è molto peggio
che esser nervoso-
- Amore guarda che stai dimenticando il
cellulare -
Mida afferra il cellulare, bacia la moglie
e corre elettrico verso l'ufficio. La promozione. La fine del mutuo. La corsa all’oro è faticosa neppure così
fruttuosa.
Però la notte
aveva portato un sogno alla moglie di Mida.
Stamattina aprendo gli occhi si era trovata suo malgrado con uno strano sguardo
sconnesso di un’iride sconosciuta.
La
stanchezza degli sbarcati. Il suono delle campane. Noi che usciamo di casa per
dare loro il benvenuto e spezzare il pane. Cibo e coperte. Acqua dolce. Non
posso abbandonarlo alla sua sorte solo perché non sarà mai la mia. Ha
attraversato il deserto, ha fronteggiato le spume del mare su una barchetta.
Sconfitto i demoni del vento, non si è abbandonato alla palude dello sconforto.
Affamato e vivo un guerriero è mio fratello. Dei bicchieri e il vino. Una lunga
tavola piena di caraffe e sedie. Perché calpesto un prato non posso pretendere
di non sapere del mare.
Il vino migliore Mida prendi il migliore
io prendo i bicchieri in cristallo di quando ci siamo sposati perché dobbiamo
brindare di essere scampati. Acqua nera e quieta. Acqua stagnante che opprime i
cuori. Tutto sbagliato, difficile, feroce eppure è fatta.
Sembra normale che Mida offra vino ai
nuovi venuti. Il pericolo è scampato. I nodi sciolti. Qua e là stelle che non
si vedono ma solo perché è giorno. Una fontana d’acqua che scorre. Viole sfatte
color cremisi.
Il sogno attraversa da capo a piedi la
moglie di Mida che si toglie il pigiama. Balena una cosa nell’iride che si
stacca. Adesso glielo chiedo. Voglio proprio vedere che faccia fa. Pensi
davvero di poter fermare la Storia con le leggi? Mida rispondi.
No, non glielo chiedo. Non posso. Già è di
cattivo umore. Si fa la barba. Brontola. Colazione in fretta. Deve correre in
ufficio. La promozione, la fine del mutuo. Glielo chiederò quando sarà più
tranquillo, è un brutto periodo questo per lui. Povero lui e i suoi pensieri.
Povera me e i miei.
Un giorno Mida è più tranquillo, si
sveglia senza fretta e fa colazione a casa con calma perché è in pensione.
Meritato riposo. La moglie prepara marmellate squisite. La migliore tra tutte
quella alle arance amare che vince ad un concorso.
Uno
ad uno gli anni passano . Poi un giorno arriva il becchino che aspetta Mida a
fauci spalancate da un po' ma sorridendogli. La moglie si rannicchia nel suo
letto di vedova. Non fatemi pensare a niente.
Mida,
appena muore, tutti che dicono: "era tanto una brava persona. Lavorava
quattordici ore al giorno"
Sua
moglie pensa
Povero
Mida mio, che cattivo non è mai stato, ma poi non ha mai avuto tempo di essere
una brava persona che lavorava quattordici ore al giorno. Povera anche me, che
ora a dettar legge saranno i figli, che cattivi non son mai stati, ma ti
impiccano per una palanca.
I
figli di Mida hanno voluto bene al padre, ma lo seppellirebbero volentieri in
una cassetta della frutta se solo lui facesse la cortesia di starci dentro e,
ancor più, nessuno sapesse. Così si devono rassegnare alla bara più economica.
Ditta Abbraccio dell’Angelo. Dead service all inclusive. Se uno potesse avere
per casa solo il suo corpo, quanto si risparmierebbe.
I
figli e le beghe ereditarie. Il gruzzoletto di tutto rispetto, ma va diviso per
cinque. Non potevo essere figlio unico? Come? Quando? Ma dove li avete spesi in
tutti questi anni i soldi? La madre accenna ad una speculazione non andata a
buon fine, timido riferimento ai loro studi all’estero, alla fine tocca parlare
di dentisti, medici e medicine, riabilitazione, farmaci, osteopatia, palestra.
Certo che ora, anche doversi giustificare del crimine di dover campare, povera
me che mi hai lasciata sola. Non sono neanche più buona a far la marmellata. I
figli di Mida si trovano d’accordo nell’accompagnare la madre in casa di riposo
e vendere la villa.
La
quadratura del cerchio: mamma è al sicuro, protetta e curata. La casa troppo
grande trova presto un acquirente. Le mogli dei figli di Mida sono più morbide,
disponibili al sesso e gentili. Una seconda luna di miele. Finalmente ci si
addormenta in pace, mutuo estinto. Il momento giusto di fare un piccolo
investimento.
La
mattina i figli di Mida si svegliano e fanno colazione. Di fretta perché alle
otto devono essere in agenzia. È importante non eccedere con biscotti pieni
zuppi di olio di palma perché ormai pensano solo al profitto e non alla salute
delle persone che poi muoiono e integrare con omega tre di buona qualità perché
le acque sono inquinate e il pesce di allevamento è come mangiar pollo, ricco
di omega sei ma meno ricco di omega tre. Una volta le mele sapevano di mele.
Devo correre amore che faccio tardi e occhio
perché fai tardi anche tu
Stamattina
Corri
caro corri che fai tardi, occhio che ti dimentichi il
Cellulare
Non
sia mai- rispondono i figli di Mida alle mogli dei figli di Mida.
Che
sorridono del tutto sagge e senza i sogni sconnessi delle iridi di altri.
Bellissimo e veritiero brava
RispondiEliminaCome una ruota dentata, come il via del gioco dell'oca che spesso ritorna. Cosa ci manca? Una esistenza sconvolta alternativa ad una esistenza scontata? Talvolta i geni delle nonne passano ai figli, come ai figli dei figli dei fiori
RispondiEliminaGrande collega. Hai scritto un'analisi lucida, spietata e ironica del nostro bel modo di pensare. E'un po'come guardarsi allo specchio e avere schifo di quello che vediamo.io credo nel sogno. Complimenti Stefania
RispondiEliminaBello e per niente banale. Forse una chiave per aprire porte chiuse a doppia mandata
RispondiEliminaPotente e delicato. La verità con la sua brutta faccia senza sconti
RispondiEliminaDiceva Sartre che la letteratura nasce dal risentimento e sono d'accordo
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