Nel regno colorato della
natura,
in una terra di spezie e
verdura,
c'è qualcuno triste dietro
la siepe,
scuro e abbandonato il
povero pepe.
Nessuno lo desidera vicino,
lo ripudia anche lo zio
peperoncino,
la vanitosa vaniglia o il
ricco zafferano,
da loro tutti lo vogliono
lontano.
Il nostro pepe fa in un
respiro starnutire,
si lamentano tutti e lo
fanno bandire,
in spalla zaino e bagagli,
si chiede quali fossero i
suoi sbagli.
Il povero pepe allora si
allontana,
verso altre città a bordo di
una rana,
un, due, tre salti ed ecco
la destinazione,
un campo verde la nuova
abitazione.
Ringrazia l'amico anfibio
dalle gonfie guance,
lo saluta e gli lascia per
il trasporto le mance,
così si avventura per la
tranquilla distesa,
ma ad un tratto ecco una
sorpresa.
Una verde verdura a stretta
foglia,
con una triste espressione
sulla soglia,
il pepe la raggiunge
curioso,
domandandole chi sia,
rispettoso.
La risposta arriva dal
terreno,
con un segno sinuoso e
ameno,
scrive tutto con un sottil
ramo,
ed ecco cosa abbiamo:
"Sono triste, non so la
mia storia,
ho perso la voce e la
memoria,
nessuno con me vuole
parlare,
perché non sentono alcuna
risposta dare".
Il pepe subito in lei si
ritrova,
vuole farle avere
un'espressione felice e nuova,
le racconta così del suo non
voluto viaggio,
assicurandole che non è più
sola con coraggio.
Alla nuova amica allora si
avvicina,
col desiderio di farla
sentire una regina,
con sentimenti sinceri
l'abbraccia,
così vicino da sfiorarle la
verde faccia.
Il povero pepe dimenticò il
suo difetto,
subito la vicinanza e
l'odore su di lei fanno effetto,
ecco un forte starnuto, come
un segno di baldoria:
"Eccì-cicoria!"
La voce perduta era tornata,
la vicinanza del pepe era
bastata,
ecco riaffiorare anche la
memoria,
lei è un'elegante cicoria.
Subito gli sorrise e lo
baciò,
veloce come uno starnuto
s'innamorò,
il difetto del pepe si
trasformò in virtù,
i due si promisero di non
lasciarsi più.
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