martedì 6 giugno 2017

Pina Pavone - Un Amore costruito

Il mio ventre, come un giardino, era pronto ad accogliere quel seme tanto sfuggente che ogni volta moriva trasformandosi in un disperato pianto di sangue.
Ogni volta accoglievo quel seme con amore, con la speranza giorno dopo giorno, di potergli dare vita, corpo e respiro.
Immaginavo il Suo volto, immaginavo di creare quell’identità troppo a lungo negata.


La speranza non mi abbandonava in quel cammino doloroso e tortuoso nel campo sterile del mio corpo.
Rimanevo come il contadino che attende ai piedi del suo albero il primo frutto, come il giardiniere che guarda la pianta e il fiorire del bocciolo.
Così Tu, sei stata il mio fiore e il mio frutto, il mio Amore costruito nella sofferenza della carne e cresciuto negli anni con lacrime di dolore.
Sei diventata la mia ricchezza, la linfa che mi ha dato vita e coraggio, la forza di lottare quando il Vento Rabbioso ti voleva strappare da me.
La mia vita come un mare in tempesta; onde capaci di inghiottirti in quell’involucro di meschinità che mi circondava.
Le mura della fortezza erette alte e indissolubili, creavano un filo invisibile chiamato amore; nulla poteva ferirci, strapparci le radici del cuore e dell’anima.
Il frutto matura e cade, il fiore viene reciso, l’albero inerte, la pianta impoverita, come l’autunno tutto è grigio, il sole pallido non scalda più, la casa vuota come il mio ventre invecchiato.
La Tua voce e il Tuo sorriso non erano più solo per me, dovevo dividerti, lo capivo ma non accettavo...
Estranea a tutto ciò che ti circondava, non ti avevo più nel mio mondo e nella mia vita, era la Tua vita!
Era rimasto un giardino arido, a piccoli passi come una lumaca strisciavo per un Tuo sorriso, per una Tua parola, un Tuo cenno.
Come un uccellino appollaiato sul ramo, Ti guardavo passare per poi felice fischiettare e volando, seguivo il Tuo cammino in silenzio.
Ho le gambe stanche, i piedi sanguinanti, i miei occhi vedono meno, i capelli imbiancano, le mani non riescono ad accarezzare, ma nulla è cambiato.
In quel cammino lungo e tortuoso ho infine raggiunto il Tuo amore.

Nel giardino del mio cuore, vive un fiore che nessuno ha mai reciso, il mio Amore costruito, Denise. 

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