Il suo sguardo, a volte,
m’inchioda alla piastrella.
Mi lascia come un pesce
a boccheggiare sul tagliere.
Lui passa e va,
io rimango.
In ginocchio,
a cercare
con affanno
e dita indelicate
il bandolo della matassa
dei sentimenti sfilacciati,
dei desideri dissidenti,
degl’impossibili futuri.
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