Ogni
tuo gesto interpreta lo spazio
che ci
contiene, si dilata e si stringe
lasciando
sui nostri corpi
una
ragnatela sottile e
un
pulviscolo di sconquassi inespressi,
indulgenti.
Tu non
sai, non ti curi dell’universo
oscuro
abbandonato dentro di noi
ché i
tuoi movimenti indistinti
colmano
tutto di luce smisurata,
di un
respiro lento, amorevole,
poco
più dolente delle silenziose
trasformazioni:
tu sei
qui,
e lo
compenetri,
ignara,
nel
cerchio eterno delle stagioni.
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