mercoledì 27 maggio 2015

Daniele Seca - Giulia

Munch e Hayez
invidiano i nostri baci
dipinti
dai battiti d’ali di farfalla
allo schiudere delle tue labbra.

Col mio dito
pennello
accarezzo la cornice del tuo corpo,
una tela di pelle
su cui,
al di là di campi di papaveri impressionisti
si stagliano le stelle di una notte di Van Gogh
e volano pavoni rinascimentali.

Così,
mentre tu sorridi
Giuditta
e ti vesti d’oro
ricordo
io suono la schiena della viola di Man Ray.

Ed è un sogno
Dalì.



I moti del mio cuore
rispondono al mare
che ascolta la luna
quando gonfia il petto di maree.
Sono le mie onde che si muovono
in abbracci d'acqua.
La danza del mio corpo di sale
che si spinge fino ad arenarsi
tra le morbide dune del tuo seno.
Ti voglio roccia che diventi argilla;
lingua che l'onda avvolge in spuma.
Nella mia presa liquida
sfugge il tuo ventre di sabbia confusa,
scivoli e ti perdi nel vento.
Continuerò a inseguirti
su altre spiagge;
fiume che rincorre la foce;
torrente rabbioso
che sgorga in cascata.

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