Tempo
Tempo.
Che illumini gli occhi
miei.
Con un raggio di luce
eburnea.
Con un fascio di gocce
d’argento.
Con una catena di
pulviscolo vivente.
Tempo.
Che mi regali vita e
note.
Che dalla musica del
tuo tickettio raggomitoli i secondi e li rilasci,
nella pioggia danzante
delle ore.
Che batti e ribatti in
una scatola d’oro,
dondolandomi tra vesti
di trasparente rugiada.
Tempo.
Che non scadi nello
trascorrere della mia vita.
Da quella bimba che
rotolava tra parole e colori.
Alla donna che oggi,
conta le rughe allo
specchio,
senza paura,
senza vuoti di memoria,
senza scordare ciò che
le radici trattengono,
ma rilasciano,
immote ed immobili.
Ed io.
Che non arreco altro
che il respiro ad ogni attimo che ricade sulle spalle mie e a terra finisce,
calpestato,
come una foglia
autunnale.
Ed io.
Guardando al cielo che
riconosce gli occhi miei,
rivolgo al volto degli
anni il medesimo sorriso che da bimba,
mi portava dai colori
alle parole,
dalle parole ai colori.
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