Italia ‘90
Lo dicevano tutti
che i Tedeschi erano i più forti,
che palla al piede facevano paura.
Lo ripetevo anch’io,
che di calcio non ne capivo niente.
Come ripetevo le notizie sui
giornali,
caduto il muro, cambierà la Storia.
Ma tu non t’illudevi,
i goal di Matthaus ti lasciavano
indifferente,
come le lattine nuove di Coca Cola.
Ridevi, irriverente,
dei crucchi che facevano festa
e del neocapitalismo dell’Est.
Frammenti di muro - ripetevi a
tutti -
si venderanno per corrispondenza.
Made in China
Il caos eterno di piazza Garibaldi,
la gente sgomitante dietro la
Duchesca,
la ressa
alla fermata del tram sotto ora di
pranzo.
Quei giocattoli che mi compravi al
mercato
erano i primi made in China a
Napoli
e tu già lo dicevi,
i cinesi ci atterrano a noi.
Cinesi o marziani, per me era
uguale:
io interpretavo il tuo regalo,
una dichiarazione implicita
d’amore, un riparo
ai guasti della tua educazione.
A casa mostravo a tutti il mio
trofeo,
i piatti già fumanti a tavola,
l’odore bianco del pane appena
riscaldato.
E’ fatto in Cina, lo ripetevi a
tutti divertito,
come se già sapessi la pellicola
della Storia.
Io ti osservavo, e speravo
che quella tua felicità
non finisse.
Traffico bloccato a Ppazzale Loreto
Forte, sulla macchina ferma
batte
la pioggia, e abbozza
sul
parabrezza appannato
piccoli
cerchi
imperfetti
che
si sovrappongono veloci
come
i battiti del mio cuore.
S’avvicina
la sera, e piazzale Loreto
diventa
di nuovo
il
crocevia delle colpe
un
altro giorno che si esaurisce
nel
tempo post industriale,
o
pre fine del mondo, di Milano.
E
nelle insegne che lampeggiano
affamate
e cocciute, decifro il mio tempo.
Questo
dolore,
non
ammette tesi contrarie: è la prova
dell’uno,
che l’assioma esiste.
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