Eppure qualcosa rimane
tra le pagine del libro e le pieghe dell’anima
dopo tutte le corse affannose e milioni di parole,
un’infinita costellazione di sillabe e consonanti
e troppe lettere
prive di corrispondenza.
Sono il silenzio e l’ascolto
il segnalibro dell’Umanità
e per quanto a lungo io sia esistito,
di questo matto racconto sgangherato
solo questo ho udito:
quel che m’hai taciuto.
Quella parola non detta
l’ho appuntata su di un pezzo di carta, ingiallito dai giorni,
e poi non l’ho più letta.
Non c’è nulla che parta
nulla che ritorni;
il tempo è passato,
travolgendo tutto:
la carta, i giorni…
e persino il lutto.
Ma qualcosa rimane,
di quello che è mancato,
a riempire la pagina
e forse è questo che stanca:
che quel che resta sia poca cosa
senza quello che manca.
Nessun commento:
Posta un commento