Sono sempre stato un
rinomato osservatore, dicono gli altri… eppure, in tutta la mia vita, non ho
mai visto niente.
Tutto era sfocato, era
tutto invisibile e paradossalmente ironico; fino a quando, finalmente, gli
occhi si aprirono.
Noi guardiamo tutto in
modo approssimativo senza dar mai particolar peso a ciò che ci sta di fronte. Non
solo perdiamo la grandiosità della natura ma perdiamo anche quei minimi
dettagli, quei piccolissimi dettagli fantastici che fanno la differenza, se notati.
«Come è profondo il mare»
pensai ad alta voce, ed iniziai a rifletterci sopra, iniziai a mettere in moto
i miei neuroni per una cosa che, inizialmente, sembra alquanto banale poiché è
un pensiero infantile... ma mai scontato.
Il mare. Il mare
sconfinato, il mare che sembra non finir più. Quella fantastica ed incommensurabile
ansia che si prova di fronte ad esso per la sua magnificenza. La sua
schiacciante magnificenza.
Il mare, paragonabile
all'infinito, all'amore, alla gioia, all'ansia, alla paura.
E come l'infinito stesso
sfocia nell'immaginario comune. Sì, noi che con l'immaginazione navighiamo nel
beato ed indiscusso limbo della creatività.
E il mare, come
l'infinito, non ha limite, e nemmeno l'immaginazione.
Tutti hanno il proprio
infinito, tutti hanno la capacità di immaginare. E' qualcosa di fantastico, di
superlativo; ti puoi perdere tra vari pensieri e riflessioni... finché non ti accorgerai
che anche questi saranno infiniti con relative risposte infinite. Non c'è limite,
in qualsiasi cosa non c'è limite; la musica non ha limite, la vita non ha un limite,
poiché moriamo, ma in quel preciso momento un’altra vita sta germogliando; la
gioia, la felicità, l'amore non hanno limite, ciò che ci circonda non ha un
limite ed è terribilmente fantastico.
Io, che sono il primo a
perdermi in questo infinito ho solo voglia di continuare a scoprire e di andare
in fondo al mare per trovare il nesso logico che c'è nella vita.
Il mare, che col suo
movimento monotono ci ricorda la nostra lunga e irripetibile vita vissuta solo
di apparenze.
Nessuno sa chi è realmente
e nessuno mai lo saprà poiché ognuno di noi ha molteplici facce dietro di sé,
ed ognuno di noi, proprio come il mare, non troverà mai il punto d'origine. E
come sempre affogherà tra l'immensa e vasta avidità della vita stessa rubando
l'unica cosa a te preziosa.
Te, te che eri immensa;
te, te che eri il mio infinito... guardami affogare in questo oceano disperato
e guardami mentre divora la mia fievole anima oramai lacerata da uno strazio
immenso e, con un lieve respiro di crepacuore, mostrami il tuo amore celato
negli abissi dell'indifferenza poiché io possa gioire per l' ultima volta.
Non capivo... mi sentivo
spaesato come un bimbo alla ricerca della propria madre.
Perché tanto dolore in
una vita così sobria ?
Naufragai. Mi persi
completamente nel buio più totale e non riuscii più a pensare.
Ero solo amareggiato e non
vidi più nulla se non un buio destabilizzante.
Una strana paura mi
pervase dalla testa ai piedi come se, in qualche modo, qualcosa mi stesse
trascinando sempre più in giù. In giù. In giù.
Mi mancava il respiro. Mi
mancava il tuo respiro docile e cauto sulle mie labbra.
Mi mancava la felicità e
la gioia di sentirti ogni millisecondo accanto a me.
Ma ora, ora; non ci resta
più niente se non un ricordo ormai lontano di ciò che è stato e che sarà
continuamente nei nostri pensieri.
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