- in rima alternata -
Come vorrei trovarmi dentro
una nuvola carica di grandine,
fuggir lontano e far rientro
in una favola, volare a rondine
nella mano calda del sole,
le ali tese a un qualche dio
fra onde arrese a verdi isole,
verso un porto che sia mio.
A terra ho perduto lo stupore
del bambino che carezza il mare,
ho profanato piume di candore
del gabbiano che osa sfidare
l’obliqua brezza dell’infinito.
Chissà se domani un vento nuovo
mi smuoverà a vascello ardito,
mi darà una fuga e un ritrovo
infranti i muri delle paure
di Nessuno, dei Ciclopi senz’occhi,
delle maghe dalle strane fatture
da quattro soldi e dai mille tarocchi.
Mi manca e quanto mi manca
il viaggio burrascoso della mente
oltre la comoda zona franca
di un cuore a riposo troppo silente
e mi mancano tutte le emozioni
che colorino a tinte naturali
la mia pelle, i ricami delle illusioni,
lo strappo dei temporali
sulla quiete che mi veste male
come una giacca fuori moda,
or che attendo un segnale
prima che la bufera esploda.
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