venerdì 31 maggio 2013

Melania David - 6 Aprile

6 Aprile 2013

Stasera Laura era splendida. Indossava un vestito rosso scuro, aderente, scarpe con i tacchi alti, dello stesso colore del vestito, e quel suo sorriso. Io e Pavel abbiamo fondato un Laura' s smile fan club. Io credo che quel sorriso potrebbe impedire che scoppino le guerre, chiudere il buco dell'ozono, risolvere il problema della fame nel mondo. Non ci sarebbero più odio né dolore, né spari, sabati e domeniche lavorativi. Tutto questo potrebbe avvenire solo se Laura sorridesse a me, ovviamente. In caso contrario il mare inghiottirebbe la terra, da ogni cratere esploderebbero pianti di lava, mostri marini divorerebbero pescatori e marinai, come si vede in certi quadri.
Se Laura non rivolgesse a me quel suo splendido sorriso, penso che morirei lì, col bicchiere di aranciata in una mano.
Pavel ha organizzato le cose in grande. Festa in piscina, musica dal vivo, fuochi d'artificio, alcolici, cibo, striptease finale dello Spugna ubriaco, di cui ometto i dettagli. Ometto ancor più volentieri i dettagli del vomito finale dello Spugna ubriaco. Certo Pavel può permettersi tutte queste cose dal momento che ha due genitori medici. Pavel però non è come gli altri ricchi. Tanto per cominciare è o dice di essere comunista, indossa roba presa al mercatino e i suoi dread probabilmente non hanno mai fatto la conoscenza di acqua e shampoo. Ha tre anni più di me ed è il mio migliore amico dalla terza media, ovvero da quando è morto papà. A mamma non piace o forse sono i capelli di Pavel a non essere di suo gusto. Ad ogni modo Pav ha preso la laurea in lettere, dove mamma desiderava mi iscrivessi anch'io. Lei, con le sue storie d'amore infelice, da donnetta malinconica! Non sono affatto pentito di aver cominciato a lavorare un po' dove capita, terminato il liceo. Adesso sarei come lei, tutto ricurvo a leggere Dante o chissà quale altro scrittore morto e sepolto. E di morti, in famiglia, ne abbiamo avuti abbastanza.
Dicevo, la festa è stata uno spettacolo, ma su questo non c'era alcun dubbio. Eppure il piano escogitato da me e Pavel per farmi conoscere Laura non ha avuto esito positivo. È stato un fiasco totale. Mi sarebbe bastato solo poterle parlare, versarle da bere, scostare quella ciocca di capelli ribelle che le copre il viso. Invece Laura è andata via con un'amica prima del previsto e io non ho potuto correrle dietro. Oh Laura, Laura! Sogno irraggiungibile! Dea delle dee! Perché fuggi da me? La luna non dovrebbe fuggire dal cielo che la cinge con la sua ala scura e forte. Dovrò accontentarmi dei soliti sguardi, dei sorrisi. Quando una parola? Quando lo Spugna imparerà a non vomitare sulla mia maglietta, immagino.
Ciliegine sulla torta, rientro a casa e trovo mamma ancora sveglia. Leggeva, come sempre. Ricordo quand'ero piccolo e per farmi addormentare mi narrava delle imprese di Ulisse, degli spasimi di Dante, della pazzia di Orlando. Papà a volte mimava le scene che risultavano sempre comiche, allora mamma si arrabbiava e diceva che era uno sciocco. Adesso legge in silenzio.
Stanotte, però, mi ha parlato dopo tanto tempo di uno dei suoi scrittori preferiti, Francesco Petrarca. Si tratta di uno sfigato che soffriva come un idiota per una certa Laura. Beh, direi che mi ricorda qualcuno .. Anche lui si tormentava per una che non gli aveva nemmeno rivolto la parola, sposata per giunta! Mamma dice che scriveva per lei dolcissimi sonetti, soffermandosi sulla descrizione dell'angelica bellezza di Laura. Ecco io la "mia" Laura esattamente angelica non la definirei, visto con quanti ragazzi ha ballato stasera. La cosa divertente è che Petrarca e Laura si sono incontrati per la prima volta il 6 di aprile, ovvero oggi! Solo sguardi tra loro e Ciccia già era partito, lacrime, patimenti, mi ammazzo, mi faccio prete! E poi Laura è morta, così la distanza che c'era da prima è diventato un abisso incolmabile. Incoraggiante. Mamma teneva il segno con la sua piccola mano. Mi sono soffermato a guardare la mano delle carezze e degli schiaffi, che ha tremato un pomeriggio d'ottobre di tanti anni fa. La sua mano è piccola come quella di una bambina. Avrei voluto tenerla tra le mie, ma è difficile diventare uomo, restare figlio e farsi da padre. L'ho lasciata in cucina che scriveva in quel suo taccuino segreto, immagino annoti le ricette o i metodi infallibili per smacchiare i capi delicati. Cose da mamma, insomma.
Mamma prende la penna in mano, perché l 'uso del computer le è estraneo, scrive ed è felice.
I suoi pensieri fluiscono alle dita e da alla carta, liberandola. Ha iniziato a farlo dopo la morte di papà e io l'ho imitata. Funziona. Potrebbe funzionare anche con Laura?



6 Aprile 2013

Penso che il compleanno di Paolo Martini non sia andato come Lorenzo sperava. È tornato a casa nervoso come sempre, con quell'aria da scimmia da zoo imbronciata. Ci teneva tanto, si è fatto dare un piccolo anticipo dal datore di lavoro per acquistare delle scarpe da tennis da indossare alla festa. Noi andavamo alle feste eleganti o almeno ci provavamo, questi ragazzi più sono sporchi e trasandati e meglio è. Come Paolo Martini, che ha dei bellissimi boccoli biondi e li offende tenendoli arrotolati in mostruose trecce cilindriche. Ad ogni modo Lorenzo è rimasto deluso nonostante la festa fosse spettacolare, questo l'aggettivo da lui utilizzato per descrivere quello che io immagino un groviglio di ragazzetti pieni di vita e un po' goffi. Che tenerezza mi fanno. A volte lo guardo, mi ricorda tanto suo padre, mentre fa colazione al mattino e riesce ad infilarsi contemporaneamente due cornetti in bocca. Vorrei accarezzargli i capelli, strapazzarlo un po', prendergli la mano. Ma lo vedo così grande e così piccolo assieme, così fragile da poterlo rompere e così forte da non poterlo più raggiungere. Non c'è verso di convincerlo a iscriversi all'università. Non dico in lettere, ma almeno in giurisprudenza, o in qualsiasi altra cosa. Ma lui è testardo, come suo padre.
Si è innamorato di una certa Laura Monticelli. Io non l'ho mai vista, ma a giudicare dai discorsi che sento fare a lui e al suo amico Paolo deve essere una ragazza bellissima. Ovviamente i commenti di due ventenni in preda ali' ormone non si limitano a questo, ma per fortuna Lorenzo è più poetico di quel ragazzo con le trecce. Le scrive delle poesie, però non gliele manda. Inoltre anche lui tiene un diario, me ne sono accorta sistemando la sua camera. Non mi sognerei mai di aprirlo, mi limito ad accarezzarne la copertina, così accarezzo le speranze e le paura di mio figlio.
Stasera aveva quella sua solita brutta aria, però sembrava davvero più triste del solito. Così ho pensato di fargli sapere che tutti i grandi scrittori della storia vivevano amori tormentati, che il loro genio forse veniva alimentato anche da questo. Tra le altre cose oggi è proprio il 6 aprile, data cara a Francesco Petrarca, poeta innamorato di Laura. Ma Lorenzo trova che le mie siano storielle da quattro soldi, di amori fatui e superficiali, mentre il suo è un amore senza tempo né confini, incomprensibile ad un profano. È buffo. È alto, le sue mani sono nervose, le muove di scatto per afferrare gli oggetti, sembra che il tempo non debba bastargli. Come vola il tempo della gioventù.

Da piccolo mi dava dei buffetti affettuosi, diceva "Mamma, sei la mia donna" e con la sua piccola mano tracciava dei cuoricini per aria. Io spero solo che sia felice, che possa realizzare ogni suo sogno e trovare il suo posto nel mondo. E spero che stanotte, mentre sento la porta di casa aprirsi e poi richiudersi, lui stia correndo dalla sua Laura, con una rosa o con una poesia stretta nella mano.

Nessun commento:

Posta un commento