6 Aprile 2013
Stasera
Laura era splendida. Indossava un
vestito rosso scuro, aderente,
scarpe con i tacchi alti, dello stesso colore del vestito, e quel suo
sorriso. Io e Pavel abbiamo
fondato un Laura' s smile fan club.
Io credo che quel sorriso potrebbe impedire che scoppino le guerre, chiudere il buco dell'ozono,
risolvere il problema della fame nel mondo. Non ci sarebbero più odio né dolore, né spari, né sabati e domeniche lavorativi. Tutto questo
potrebbe avvenire solo se
Laura sorridesse a me,
ovviamente. In caso contrario il
mare inghiottirebbe la terra, da ogni cratere
esploderebbero pianti di lava, mostri marini divorerebbero pescatori e
marinai, come si vede in certi quadri.
Se Laura non
rivolgesse a me quel suo splendido sorriso, penso che morirei lì, col bicchiere di
aranciata in una mano.
Pavel ha organizzato le cose in grande. Festa in piscina, musica dal vivo, fuochi
d'artificio, alcolici, cibo, striptease finale dello Spugna
ubriaco, di cui ometto i dettagli. Ometto ancor più volentieri i dettagli del vomito finale dello Spugna ubriaco.
Certo Pavel può permettersi tutte queste cose dal momento che ha due genitori
medici. Pavel però non è come gli altri ricchi. Tanto
per cominciare è o dice di
essere comunista, indossa roba presa al mercatino e i suoi dread probabilmente non hanno mai fatto la conoscenza
di acqua e shampoo. Ha tre anni più
di me ed è il mio migliore amico dalla terza media,
ovvero da quando è morto papà. A mamma non
piace o forse sono i
capelli di Pavel a non essere di suo gusto. Ad
ogni modo Pav ha preso la laurea in lettere, dove mamma desiderava mi iscrivessi anch'io. Lei, con le sue storie d'amore infelice, da donnetta malinconica!
Non sono affatto pentito di aver cominciato a lavorare un po' dove capita,
terminato il liceo. Adesso
sarei come lei, tutto ricurvo a leggere Dante o chissà quale altro scrittore morto e sepolto. E di morti,
in famiglia, ne abbiamo avuti abbastanza.
Dicevo, la festa è stata uno spettacolo, ma su
questo non c'era alcun dubbio.
Eppure il piano escogitato
da me e Pavel per farmi conoscere Laura non ha avuto esito positivo. È stato un fiasco totale. Mi sarebbe
bastato solo poterle parlare, versarle da bere, scostare quella ciocca di capelli ribelle
che le copre il viso. Invece
Laura è andata via con un'amica prima del
previsto e io non ho potuto correrle
dietro. Oh Laura, Laura! Sogno irraggiungibile! Dea delle dee! Perché fuggi da me? La luna
non dovrebbe fuggire dal cielo che la cinge con la sua ala scura e forte.
Dovrò accontentarmi dei soliti sguardi, dei sorrisi. Quando una
parola? Quando lo Spugna imparerà
a non vomitare sulla mia
maglietta, immagino.
Ciliegine
sulla torta, rientro a casa e trovo mamma ancora sveglia. Leggeva, come sempre. Ricordo quand'ero piccolo e per farmi addormentare mi narrava delle imprese di Ulisse, degli spasimi di Dante, della pazzia di
Orlando. Papà a volte mimava le scene che
risultavano sempre comiche, allora mamma
si arrabbiava e diceva che era uno sciocco. Adesso legge in silenzio.
Stanotte,
però, mi ha parlato dopo tanto tempo di uno dei suoi scrittori preferiti,
Francesco Petrarca. Si tratta di
uno sfigato che soffriva come un idiota per una certa Laura. Beh, direi che mi ricorda qualcuno
.. Anche lui si tormentava per una che non gli aveva nemmeno rivolto la parola, sposata
per giunta! Mamma dice che scriveva per
lei dolcissimi sonetti, soffermandosi sulla descrizione dell'angelica bellezza di Laura. Ecco io la "mia" Laura esattamente
angelica non la definirei, visto con quanti ragazzi ha ballato stasera. La cosa divertente è che Petrarca e Laura
si sono incontrati per la prima volta il 6 di aprile, ovvero oggi! Solo sguardi tra loro e
Ciccia già era partito, lacrime, patimenti, mi ammazzo, mi faccio prete! E poi Laura è
morta, così la distanza che c'era da prima è diventato un abisso incolmabile. Incoraggiante. Mamma teneva il segno con la sua piccola mano. Mi sono soffermato a
guardare la mano delle carezze e degli schiaffi, che ha tremato un pomeriggio d'ottobre di tanti anni fa. La
sua mano è
piccola come quella di una bambina. Avrei voluto tenerla
tra le mie, ma è difficile diventare uomo, restare
figlio e farsi
da padre. L'ho lasciata in cucina che scriveva in quel suo taccuino segreto, immagino annoti le
ricette o i metodi infallibili per smacchiare i capi delicati. Cose da mamma, insomma.
Mamma prende la penna in
mano, perché l 'uso
del computer le è estraneo, scrive
ed è felice.
I suoi pensieri fluiscono alle dita e da lì alla carta, liberandola. Ha iniziato a farlo dopo la
morte di papà e io l'ho imitata. Funziona. Potrebbe funzionare anche con Laura?
6 Aprile 2013
Penso
che il compleanno di Paolo Martini non sia
andato come Lorenzo sperava. È tornato a casa
nervoso come sempre, con
quell'aria da scimmia da zoo
imbronciata. Ci teneva tanto,
si è fatto dare un piccolo anticipo dal datore di lavoro per acquistare delle scarpe da tennis da indossare alla festa. Noi andavamo alle feste eleganti o almeno ci provavamo, questi ragazzi più sono sporchi e trasandati
e meglio è. Come Paolo Martini, che ha dei bellissimi boccoli biondi
e li offende tenendoli
arrotolati in mostruose trecce cilindriche. Ad ogni modo Lorenzo è rimasto deluso nonostante la festa fosse spettacolare, questo
l'aggettivo da lui utilizzato per descrivere quello che io immagino un
groviglio di ragazzetti pieni di vita e un po' goffi. Che tenerezza mi fanno. A
volte lo guardo, mi ricorda tanto
suo padre, mentre
fa colazione al mattino e riesce ad infilarsi contemporaneamente due cornetti in bocca. Vorrei accarezzargli i capelli,
strapazzarlo un po', prendergli la mano. Ma lo vedo
così grande e così piccolo
assieme, così fragile da poterlo rompere e così forte
da non poterlo più raggiungere. Non c'è verso di convincerlo a iscriversi all'università. Non dico in lettere, ma almeno in giurisprudenza,
o in qualsiasi altra cosa. Ma lui
è testardo, come suo padre.
Si è
innamorato di una certa Laura Monticelli. Io non l'ho mai
vista, ma a giudicare dai discorsi che sento fare a
lui e al suo amico
Paolo deve essere una ragazza bellissima. Ovviamente i commenti di due ventenni in
preda ali' ormone non si limitano a questo, ma per fortuna Lorenzo è più
poetico di quel ragazzo
con le trecce. Le scrive delle poesie, però non gliele manda. Inoltre anche lui
tiene un diario, me ne sono
accorta sistemando la sua camera.
Non mi sognerei mai di aprirlo, mi
limito ad accarezzarne la copertina, così accarezzo le speranze e le
paura di mio figlio.
Stasera
aveva quella sua solita brutta aria, però sembrava davvero più triste del solito. Così ho
pensato di fargli sapere che tutti i grandi
scrittori della storia vivevano amori tormentati,
che il loro genio forse veniva alimentato anche da questo. Tra le altre cose oggi è proprio il 6 aprile, data cara a Francesco
Petrarca, poeta innamorato di
Laura. Ma Lorenzo trova che
le mie siano storielle da quattro soldi, di
amori fatui e superficiali, mentre il suo è un amore
senza tempo né confini, incomprensibile ad un profano. È buffo. È
alto, le sue mani sono nervose, le muove di scatto per afferrare
gli oggetti, sembra che il tempo non debba bastargli. Come vola il tempo della gioventù.
Da piccolo mi
dava dei buffetti affettuosi, diceva "Mamma, sei la mia donna" e con la sua piccola mano
tracciava dei cuoricini per aria.
Io spero solo che sia felice,
che possa realizzare ogni suo sogno e trovare il suo posto
nel mondo. E spero che stanotte,
mentre sento la porta
di casa aprirsi e poi richiudersi, lui stia correndo dalla
sua Laura, con una rosa o con una poesia stretta nella
mano.
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