Guardo indietro
ragnatele aggrappate
alla mensola
dove l'orologio
non tornerà a
battere.
Chiudo gli occhi
e vedo tornare tutto
ciò
che avevo perduto…
fotogrammi
evanescenti
nel pulviscolo che mi
danza attorno.
Respiro attimi
naufragati in
briciole di poesia:
intrecci di mani e
volti
attorno al lungo
tavolo,
calde tenerezze
d'infanzia
prigioniere di magici
sogni.
Dentro pagine di
memoria
il giallo delle
spighe sotto placidi soli,
i vasi in fila sulle
scale,
i gatti davanti alle porte,
il cicalare delle
donne nei vicoli.
M'attardo tra
presenze sussurrate
a cercare qualcosa ,
a rimuovere
l'abbandono
in cui il tempo ha
ridotto estati lontane.
Brandelli d’illusioni,
onde di voci
nel cielo d'un
passato irraggiungibile,
al limite del nulla.
Eppure, era solo ieri.
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