lungo i portici della città
cavalchiamo spifferi indiscreti.
Luci ammaliatrici,
brulicar di voci,
occhi sitibondi d’immagini:
i portici della mia città.
brulicar di voci,
occhi sitibondi d’immagini:
i portici della mia città.
Zampettano plumbei
su balaustre di pietra
dei Paratici
gorgoglianti colombi.
su balaustre di pietra
dei Paratici
gorgoglianti colombi.
Presenze rassicurati
nella nebbia che sale
dalle umide pietre
e tutto avvolge,
lieve sudario.
Come un canto gregoriano
s’insinua tra le immote bifore,
dove m’appare
e subitaneo si vanifica
il glabro volto di un podestà.
Questo piovigginare
secco e teso,
le foglie del platano cineree,
nuvole di pergamena.
E la nebbia
apparenza lieve,
tulle compresso
su enormi bomboniere
a ingrigire sconfinate risaie.
Nuvola adagiata
sul fondo di una tazza.
nella nebbia che sale
dalle umide pietre
e tutto avvolge,
lieve sudario.
Come un canto gregoriano
s’insinua tra le immote bifore,
dove m’appare
e subitaneo si vanifica
il glabro volto di un podestà.
Questo piovigginare
secco e teso,
le foglie del platano cineree,
nuvole di pergamena.
E la nebbia
apparenza lieve,
tulle compresso
su enormi bomboniere
a ingrigire sconfinate risaie.
Nuvola adagiata
sul fondo di una tazza.
Siamo piccoli giochi
nei giorni
delle grandi nebbie padane.
nei giorni
delle grandi nebbie padane.
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