Il sentiero era un lungo filo d’erba
cresciuto a fior di labbra sul crinale
dove spiccava fitto il paradosso:
Neve d’agosto e rondini a Natale.
Noi ci andavamo
mano nella mano
un fiore in bocca e l’animo contento
e un brivido che dà la pelledoca,
a ogni strappo impercettibile
di vento.
Ora quel sentiero è abbandonato
povero e acerbo e vuoto
oltremisura.
E al posto dei tuoi passi e le tue impronte,
la trasparenza folle.
E la paura.
Nessun commento:
Posta un commento