Quel che stringiamo nelle mani
è quel sentimento retrò,
passato ma vivo
di un giorno chiamato ieri.
Un termine obliquo,
ideato da sillabe delicate
che battono sulla lingua
un concetto detto per caso.
Siamo il risultato di verbi andati,
l’unione inconsapevole
di quell’armonia indicata
da una costellazione di nei.
L’insieme di punti fissi,
immobili come sassi
e decifrati singolarmente
come i grani di un rosario.
Ora si urla al presente la rabbia,
mentre indifesi e distratti
bisbigliavamo al futuro
la voglia di essere qualcuno.
Eppure non siamo eroi,
o forse lo siamo,
noi due che affrontiamo la vita
confrontandoci di schiena.
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