mercoledì 4 maggio 2016

Laura Sergi – Chissà cosa c’è là sotto…

'Dai, Mino, spicciati!', urla Ugo al fratellino in spiaggia.
Il ragazzino si scuote, un'occhiata all'orologio, raccoglie i giornaletti sulla sabbia, l'asciugamano e la radio, e saluta l'amica che si sta incamminando verso il pontile.
'A domani, Lisa', e Mino raggiunge Ugo che si è fermato davanti alla grotta-spogliatoio di quell'angolo di spiaggia libera, e si sta accendendo una sigaretta.
'Faccio in un attimo!', dice Mino al fratello, che è passato a prenderlo con l'auto per portarlo a casa. Il posto è isolato, ma quell'angolo è gradevole, e i turisti lo disdegnano perché è in mezzo agli scogli e con un pontile abbandonato, dove si infrangono le onde.
'Ciao, Lisa!', urla ancora Mino, quando, vestito, s'incammina verso l'auto.
'Divertito, oggi?', chiede Ugo, mentre lo sospinge correndo. 'Spicciati, più tardi devo uscire...'.
'È proprio simpatica, Lisa - commenta Mino. - Peccato che abbia qualche anno più di me...'.
Ugo lo consola: 'La rivedrai domani...'.

L'indomani, invece, quell'angolo isolato è pieno di agenti. È sufficiente che qualcuno scenda il viottolo che porta all'insenatura, che subito si vede circondato da uomini in divisa, e non è possibile fare dietro-front.
Mino, che il fratello ha lasciato sulla strada, viene avvicinato come tutti. S'impappina e non sa chiarire nulla. Capisce solo che Lisa è stata ritrovata morta in acqua, dopo aver battuto la testa sugli scogli, cadendo dal pontile. Devono accompagnarlo a casa, perché sta tremando.
'Signora, ci scusi...', dicono alla donna uscita in cortile, mentre il ragazzino è corso in camera sua.
'Che ha fatto, Mino?', chiede Elma, impaurita.
Le raccontano tutto.
'Gli abbiamo fatto le solite domande di routine - dicono tranquilli - ma il ragazzo si è subito impaurito...'. Ora gli sguardi sono diventati indagatori.
La madre pensa al figliolo, innamorato di Lisa.
'Suo figlio è diversamente abile?', domanda uno dei poliziotti.
'Sì - e la povera donna allarga le braccia -. Ma i dottori dicono di aver fiducia... È solo qualche anno più indietro dei suoi coetanei: ha 14 anni, ma è come se ne avesse 9 o 10', conclude.
'Ci dia una mano, in attesa dell'autopsia', chiede l'altro poliziotto.
Elma sale le scale con loro.
'Mino, possiamo entrare?', fa la donna, spalancando l'uscio.
'Non devi aver paura... - dice. - Questi signori vogliono aiuto da te, vogliono sapere a che ora hai salutato l'ultima volta Lisa, è importante!'.
'Quando sono entrato nella grotta a cambiarmi mancavano 10 minuti alle 18!' - fa il ragazzino, ora calmo, calcando le parole -. Ho guardato l'ora'.
'Ed è stata l'ultima volta che hai salutato Lisa?', chiede uno dei due poliziotti.
'No, l'ho salutata ancora quando sono uscito, andando all'auto con Ugo', dice il ragazzino, deciso.
'C'erano altri sulla spiaggia?', si informano gli agenti.
'No, nessuno', fa Mino, sempre sicuro.
'Fra le rocce, sul pontile, poteva esserci nascosto qualcuno?', insistono.
Il bambino li guarda, non sa rispondere. Alza le spalle. 'Prima, con gli altri, c'era anche Lucio, il suo fidanzato. Ma è stato il primo ad andar via, avevano litigato'.
'Quanto puoi averci messo a cambiarti?', domandano ancora.
Di nuovo spallucce.
Elma si alza e si stupisce che i poliziotti continuino a guardare il ragazzo. Sgrana gli occhi con rimprovero: 'Solo qualche anno più indietro dei suoi coetanei...', sembra voler ripetere.

'Ugo, hai saputo di Lisa? Hanno interrogato Mino...', dice la madre al figlio ventenne.
Lui cade dalle nuvole. Si inquieta che abbiano spaventato Mino. Quella sera non uscirà, vuole trascorrere la serata con il fratello, però prima passerà in Questura. 'Ma la prossima volta che lo interrogheranno voglio esserci io...', dichiara, mentre la donna benedice il cielo che le abbia dato due figlioli così attaccati fra loro. Guai a parlare male di Ugo a Mino, guai fare dell'ironia sul ritardo mentale del fratellino con il maggiore.

'Ti porto a spiaggia?', dice Ugo il giorno dopo. In genere, il ragazzino non ha bisogno di solleciti, ma ora sta ciondolando nell'aia, davanti a casa.
'Non so se ne ho voglia...', nicchia Mino.
'Vai a prendere il costume e la sacca!', ordina il fratello più grande, mentre va a telefonare al principale, e chiede un giorno di ferie. 'Prendi anche il mio costume!', urla al fratello.
'Mino, sei pronto?', dice Ugo che ha raggiunto il ragazzo, dopo lunga attesa. Mino sta litigando con la sacca, che non si chiude. 'Non ci sta...', dice, e sembra aver voglia di piangere.
'Dai, andiamo!', dice Ugo togliendogli tutto dalle mani, e qualcosa se lo getta in spalla.
'Oggi ti sfido a nuoto...', dice Mino in auto, e Ugo ride.

Si cambiano insieme nella grotta e corrono a tuffarsi. Poi la grande gara, prima di stendersi al sole.
Il pomeriggio passa veloce, con un pensiero anche a Lisa.
'Mino si riprenderà - si consola il fratello -. Un amoretto da bambini...'.
Nessuno viene a disturbare la quiete, il luogo ora ha brutta fama, anche se la polizia è orientata a archiviare il tutto come un incidente: la ragazza è scivolata dal pontile sulle rocce, ed è caduta in acqua.
Dopo un po' si girano e s'accorgono che c'è Lucio, vestito, sul pontile, sopra gli scogli che hanno causato la morte di Lisa.
Lo raggiungono: è stravolto.
'Guardavo il mare - riesce a dire il ragazzo -. Volevo che mi suggerisse come sia stato possibile che sia scivolata!'.
'E cosa ti ha detto?', domanda Ugo, dolce.
'Forse che le persone non sono come sembrano... - dice dopo un po' -. Sono come quest'acqua: limpida in superficie, e via via che si scende nebulosa, torbida, misteriosa! E il mare è profondo, com'è profondo, chissà cosa c'è là sotto...', singhiozza Lucio.
Mino si attacca al fratello, spaventato.
'Vieni, Lucio, ti accompagniamo a casa', dice Ugo.
Entrano in grotta, Ugo è un fulmine a cambiarsi, esce e offre una sigaretta al sedicenne, che ha lo sguardo fisso al mare.
Ugo rientra in grotta, esce ancora e cerca di distrarre l'ex fidanzatino, senza successo. Ora osserva anche lui quella massa d'acqua che si infrange sugli scogli e ripensa alle parole di Lucio: profonde, com'è profondo il mare!
Ritorna in grotta e osserva il fratello. Ha appena completato la sacca da ginnastica: prima le pinne, poi gli asciugamani e i costumi, infine i giornaletti, la radio nella plastica e... no, il mucchietto non è venuto bene. Disfa tutto e ricomincia, finché il risultato non lo soddisfa. Sorride e raggiunge i due.

Nuovamente la polizia è in casa di Elma: tutti i ragazzi che frequentano il luogo hanno citato come testimone Mino, che è l'unico che può dire che si siano allontanati, in gruppo, con Lisa ancora viva. Solo Lucio se n'era andato un po' prima.
'Lei ha dichiarato di essersi recato a prendere suo fratellino e di non aver visto nessuno sulla spiaggia!', chiedono, felici dell'occasione di poter riparlare anche con Ugo, in attesa che Elma conduca loro Mino.
'E la ragazza l'ha vista? Ha visto qualcun altro?', insistono.
'No, come mio fratello non ho visto nessuno. Ho aspettato che si cambiasse, un saluto a Lisa e siamo andati via'.
'È sicuro che non potesse esserci qualcuno nascosto?'.
'E dove?', chiede, poi scuote la testa.
'Sono sicuro', dice infine.

Inverno. Il preside parla con la madre di Mino.
''È diventato meticoloso sino all'assurdo - dice -. Lo scorso anno non era così, ma ora... l'insegnante di sostegno non basta più. Prima di aprire un libro, deve svuotare la cartella, e sistemare tutto sul banco: la penna a sinistra, dritta; il temperino e la matita a destra. La gomma in mezzo: se è sporca occorre pulirla. Stiamo perdendo troppe ore...'.
La madre piange. Il preside le ha concesso un mese: o ci sono miglioramenti, o lui non può tenere il ragazzo in una classe di normodotati.

'Mino, non sprecare tempo...', consiglia dolce la madre nel pomeriggio, quando il ragazzino si accinge a fare i compiti. Non si è mai accorta di tutti i minuti che impiega ad allestire la scrivania.
'Tesoro! - dice amorevole. - Cosa cambia se la penna la metti qui, anche storta, e la gomma la lasci nell'astucc...'.
'No! No!...', fa il piccolo, occhi sgranati, irriconoscibile.
'Scusami - dice, e lo accarezza. - Metti tutto come vuoi, ho sbagliato io!'.
Il bambino recupera il sorriso e ricomincia.

La sera, Elma parla con il figlio più grande.
'Ugo, è stato un disastro l'incontro col preside!'.
Il figlio la tranquillizza: 'Chiediamo a chi ne sa più di noi, mamma - dice sereno. - Possibile che i medici non si siano accorti di un peggioramento?'.
La madre si calma, ha ragione. Magari i dottori le sapranno indicare quali parole usare con il preside.

'Signora, lei e suo figlio continuate sempre ad essere ottimisti, ed è un bene, ma la malattia di Mino può avere alti e bassi! È già molto che non sia aggressivo...', chiarisce il dottor Dosi, un luminare. Le due figure lo ascoltano attonite, poi pregano che la nuova medicina faccia miracoli, e che la relazione che il medico preparerà incida sulle decisioni del preside.

Ma il mese accordato sta terminando, e cambiamenti non ci sono. Mino, nelle poche cose che fa da solo, è sempre lento, meticoloso, ossessivo. Elma piange mentre riordina la sua cameretta.
Sistema il materasso, e spunta un giornale, con l'incidente di Lisa: Mino lo ha nascosto lì.
'Povera ragazza - pensa - tanto carina, un po' civetta. Tutti erano innamorati di lei in paese, un tempo anche Ugo le telefonava spesso. Ma quanto piangeva al funerale, Lucio, quanto si sentiva in colpa, come se la caduta fosse una conseguenza della lite con lui!'.
Però gli incidenti capitano, pensa la donna, e Mino l'aveva pur detto ai poliziotti che alla fine non era rimasto nessun altro in spiaggia, ed era stato verificato che Lucio avesse davvero preceduto gli amici al bar.
Quasi sorride, Elma, pensando alla faccia del suo ragazzino, quando gli avevano chiesto se fra le rocce potesse esserci nascosto qualcuno. Poi non sorride più. Si siede, c'è un pensiero che le martella in testa, non le dà tregua. Mino non ha visto nessuno, Mino ha saluto Lisa per ultimo, e suo figlio non c'è tutto, di testa...

'Ugo, dovrei parlarti!', gli dice la madre la sera, mentre lui è pronto per uscire, e già ha salutato il fratellino che, nell'altra stanza, guarda la televisione. Ha passato tutto il giorno a dirsi che è pazza e non gli dirà nulla, ma tant'è...
'Che c'è, mamma?', domanda.
Silenzio.
'Dai, mi stai preoccupando!'.
'È che... quando c'è stato l'incidente di Lisa, lo sai, i poliziotti hanno chiesto a Mino se fosse stato l'ultimo a salutarla, e lui ha detto di sì, e che non c'era nessun altro... Ma io ho un dubbio, un omicidio è un omicidio. Se il mio figliolo si è macchiato di un delitto... io non voglio coprirlo!'. Diventa pallida, quel che non doveva dire l'ha detto.
'Ma cosa dici? Mino è un ragazzo così buono, cosa ti viene in mente?', e non si accorge d'aver alzato la voce, perché il ragazzino ha alzato il volume del televisore.
'Tuo fratello, la scorsa estate, era già aggravato nella sua malattia? Era già così meticoloso?'.
'Non so...', risponde Ugo.
'Lo andavi a prendere a spiaggia: non lo aiutavi mica a sistemare le sue cose nella sacca, vero?'.
'Cosa cambia?', chiede Ugo, guardando preoccupato la madre, il cui colorito è rosso fuoco.
'Se Mino era già così meticoloso a mettere a posto le sue cose, qualcuno sulla spiaggia c'era! C'eri tu! E Mino non ha mai detto se Lisa abbia risposto all'ultimo saluto, quando raggiungevate l'auto. Gli agenti non ci hanno badato, ma lui non dà nulla per scontato: vuoi che gli chiediamo se Lisa ha risposto?'.
'Lisa non ha risposto perché giocava a fare il morto, con la faccia in giù. Chissà come faceva...', dice Mino, sulla soglia.
Lo guardano entrambi, occhi sbarrati, poi la madre comincia a urlare, e inutilmente Ugo tenta di abbracciarla per zittirla, mentre parla a mozziconi di un matrimonio saltato, di tante promesse, e la paura di unirsi con chi ha per fratello 'uno che non c'è tutto...'.
'Rideva, mamma, e prendeva in giro Mino... - dice Ugo - e non si accorge che davanti a lui ora non c'è più la madre ma uomini in divisa. - Le ho dato una spinta, e non ha riso più!'.

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