giovedì 5 maggio 2016

Gabriele Andreani - Sogno profondo

In quel groviglio d’alghe diafane nella stiva
non aveva raggi il sole, non aveva sguardi il cielo,
ma tu avevi un sogno in fondo all’acqua.

Neppur tremar potevi o partorir paure,
i bagli eran filamenti di scarafaggi, 
scricchiolii di piombi i silenzi freddi.
                     Eppur di luci t’accendevi!

Né potevi naufragar nell’oblio dell’onda rapida,
cavallucci cavalcar di lunar splendore,
ancorar alle conchiglie i guizzi iridescenti.
                     Eppur t’immergervi negli occhi delle stelle!

Uno schianto, una forbice di cristallo,
un amalgama d’ali d’alghe, sfingi nere
che si sfilacciano mugghiando.
                     E poi, che hai visto?

Ma avevi un sogno,
che s’attorciglia alla carlinga,
che scivola sulle coscienze,
che giace in fondo al mare.

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