Drago pungente,
aspiro il tuo odore fragrante;
il letto sa ancora di te.
E lei - come può non notare
il sigillo di un’altra,
i tuoi sguardi sfuggenti,
il tuo sesso assente,
intriso ancora, tuttora e pur sempre di me?
Amante infedele, ti aspetto,
regina ed ancella ad un tempo,
in un tempio profano.
Donna perfetta, rifugio sicuro, antro di strega, alcova
segreta.
S’infrange in me ogni tuo guscio.
Le maschere giacciono a terra, tra cocci di vita,
indumenti strappati;
tra ombre e candele, tra incenso e poesie - e ricordi
sgualciti.
Poeta sinistro, signore mio e schiavo. Sussurri che
inebriano, le tue metafore dilaniano.
E neppure una foto - alle amanti non tutto si accorda…
Inchiodata da te tra lenzuola sudate, raffreno il mio
pianto. E’ gioia o dolore?
L’ho creduto amore. Non era che effimero spasmo.
Asfissiati da tutte le false promesse,
restiamo invischiati in cristalli di amaro miele,
inutile ormai, come il canto di un sordo,
poesie senza rime,
un verbo nudo di abbracci e di sguardi.
L’amore dimora altrove, lontano da trucchi e corsetti,
estraneo a tacchi e rossetti.
S’irradia dal sole, bisbiglia nel vento, attende in un
parco, brillante di viole e di rosee mattine.
Si affaccia a una culla inattesa, da dove risplende un sorriso
innocente.
E una voce dorata risuona.
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