Good morning heartache...
...thought we said goodbye last night...
...but here you are with the dawn...(1)
Qualche volta passi ancora per quel punto
di Asti che ti ricorda Gerusalemme, prima che faccia giorno, quando proprio non
riesci a dormire e un'angoscia totale ti impedisce di rimanere a letto. E'
troppo presto per andare al lavoro. In momenti come questi capita di riflettere
sulle tristi parole di "Good Morning Heartache", un motivo che Billie
Holiday incise subito dopo la guerra, mentre tentava di disintossicarsi
dall'eroina. Una grande del jazz che ritraeva alla perfezione il tono pacato e
crudele della fine della speranza. Il senso estremo della sconfitta che
descrisse Hemingway. Ripensi ancora all'istante in cui notasti la strana
somiglianza tra le due città, mentre il pullman si allontanava dalla porta di
Damasco.
Fai due conti e ti accorgi che sono
passati dieci anni da quel viaggio.
Ti piacquero molte cose della Terra Santa,
soprattutto Masada, con i resti di un'antica battaglia. Ma fu a Gerusalemme che
provasti le emozioni più intense. Con il Vangelo come guida turistica. Sin dal
primo minuto, quando, subito dopo le alture di Betania, comparvero le mura che
fece costruire Solimano il Magnifico, illuminate dall'ultima luce del giorno.
Fu come contemplare a lungo le forme nude e perfette di una donna bellissima.
La capitale israeliana contiene i simboli di gran parte dei ricordi del mondo.
Quartieri abitati da gente che ha deciso che Dio esiste, e di cui vede un segno
in ogni pietra. Un luogo che fa capire che è davvero un peccato vivere senza di
Lui. Un atavico tentativo degli uomini di legarsi alla memoria dell'universo.
Molti pensano sia la città della speranza, la città di Dio. Una cascata di
calde sensazioni ti avvolse quando percorresti la strada di Cristo verso la
morte e pregasti tra gli ulivi del Getsemani, cercando di rievocare il primo
Giovedì Santo della storia.
Quasi sempre c'è una donna nelle ore più
belle della vita di un uomo. Fu infatti una ragazza che capitò sulla tua strada
poco lontano dal Monte degli Ulivi a rendere memorabili quei giorni di dieci
anni fa. Incontrasti Rania per caso, come sempre deve succedere per riuscire a
riconoscere l'azione della mano di Dio. Ti piacquero immediatamente i suoi
occhi straordinari, tra il verde e il nocciola, la pelle scura tipica delle
giovani palestinesi, i capelli neri e spessi ai quali si arrendeva il vento del
deserto della Giudea. Provasti una dolce fitta al cuore, quando per la prima
volta toccasti la sua mano. Fu molto facile innamorarti di lei. Possedeva una
bellezza totale che andava oltre l'avvenenza, una perfezione generata
dall'affinità di due spiriti sinceri che si erano già incontrati prima del
mondo, all'alba della vita. Rania ti parlò in un linguaggio universale, con
parole che andavano al di là delle parole, in un alfabeto senza tempo. Avevi sempre
l'impressione di trovarti davanti ad un'alba sulle montagne del Libano. Ti
insegnò che si può essere felici anche solo con una bibita e un panino.
Ritornasti ad amare la vita, che in quelle ore ti disse delle cose bellissime.
I vostri spiriti si protesero l'uno verso l'altro, incuranti di tutto. Nacque
qualcosa di meraviglioso fra voi, un legame fuori dalla portata dei pensieri, più
antico della Stella di Davide, della Mezzaluna, della Croce. Per un istante vi
fu dato ritrovare una fede primordiale, predicata prima di tutte le divisioni,
quando era solo l'essenza di Dio a parlare in un mondo bambino. Provasti
emozioni che non si riescono a descrivere. Battiti del cuore rubati
all'eternità. Una felicità assoluta.
L'atmosfera da scoppio imminente di una
guerra, una costante in quella terra sacra, rendeva tutto passeggero, limitato,
qualcosa da vivere intensamente, fino in fondo. Ogni minuto insieme pareva un
anno di amore appassionato. Una straordinaria sequenza di attimi perfetti che
non pensavi fosse dato assaporare agli uomini. Aveva il gusto della follia
innamorarsi di una donna che conoscevi solo da tre giorni, per di più straniera
e di un'altra religione. Troppe, almeno secondo l'opinione comune, le cose che
vi dividevano.
Ma vale sempre la pena rischiare tutto,
prendere il cuore e gettarlo come una fiche in un'estrema scommessa con il
destino. E' fantastico metterlo sopra una casella di un immenso panno verde in
un invisibile casinò. Non serve a nulla giocare sul pari o sul dispari, sul
rosso o sul nero. Se dici: "voglio soltanto che sia amore", c'è solo
un numero su cui puntare. E, quasi sempre, purtroppo, si perde. Anche questo fa
parte del gioco. E' la vita provarci. Anche perché, nello spazio che intercorre
fra il "rien vas plus" e l'istante in cui la pallina finisce sopra un
numero che mai avresti voluto che uscisse, riesci qualche volta a vivere uno
spiraglio di vera felicità. Una sconfitta elettrizzante. Anche se è davvero
amaro il momento in cui il croupier si porta via la tua ultima giocata, tutto
quello che ti era rimasto, e una parte di te muore prima di morire.
...Wish I'd forget
you
but you 're here
to stay
it seems I met you
when my love went
away...(2)
A volte una canzone riesce a ritrarre
molto bene certe situazioni della vita, specie i momenti in cui sembra di
ascoltare la voce fuori campo all'inizio o alla fine di un bel film. Succede
spesso agli eterni motivi del jazz. Anche dopo mezzo secolo e oltre raffigurano
alla perfezione ciò che sta dentro ai cuori tristi di inizio terzo millennio.
Come se nulla fosse cambiato.
Cammini da solo, avvolto dalle tenebre
nebbiose dell'inverno astigiano, nel territorio dell'antico ghetto ebraico.
Sembra che il sole non abbia nessuna voglia di sorgere. Viene verso di te un
vecchio. Noti che assomiglia all'uomo che ti venne in aiuto negli ormai lontani
giorni israeliani. Si può incontrare davvero chiunque a Gerusalemme. Era un italiano
che aveva scelto di morire in quella città. E' davvero un luogo ideale per
andarsene da questo mondo. Ammirasti subito la serenità con la quale viveva
l'ultimo capitolo dell'esistenza. Ti piaceva il suo aspetto rassicurante e
curato. Un angelo di almeno ottant'anni era capitato nella tua vita, al momento
giusto, in una terra dove è facile credere alla presenza di spiriti superiori.
Rivivono dentro di te le parole che
pronunciasti, vincendo la timidezza tipica degli uomini cresciuti sulle alture
del Monferrato:
"ho conosciuto una ragazza qui a
Gerusalemme. L'ho vista l'altro ieri per la prima volta...".
"Resta con lei", ti interruppe,
"segui il consiglio di un vecchio. Da queste parti ci si può imbattere in
cuori davvero meravigliosi. Non è un caso che la Vergine sia divenuta madre
a pochi chilometri da qui. Credimi, una donna speciale è ciò che di più bello
possa capitare nella vita di un uomo. E' il massimo avere accanto una che ti
ami sul serio, chiunque tu sia, pazza di te, disposta a darti l'anima anche se
sei un figlio di puttana...".
A volte hai come la sensazione di essere
ancora abbracciato a lei. E' incredibile come certe donne lascino la memoria
del contatto della loro pelle anche dopo tanto tempo.
Scorrono come fotogrammi di una vecchia pellicola
le emozioni che provasti nei tre mesi di intense lettere che seguirono. Un
angolo del tuo cuore continuava a restare tra le aride montagne della Giudea.
Fu a metà di un foglio in un tardo
pomeriggio di febbraio che scrivesti senza paura:
"...You... ...my wife... ...Why
not?...".
Fu l'apice dell'illusione. Un grande
momento terribilmente breve, come sempre succede le poche volte che capita
qualcosa di memorabile.
Per fortuna il tempo lascia intatto quel
che di bello c'è in un istante. Le sofferenze, la noia, le difficoltà vengono
invece un poco ogni giorno portate via dall'azione di un lento ma esperto
falegname invisibile. Dentro di te infatti non è rimasto che un vago ricordo,
poco più che un frammento di una pagina ormai ingiallita, del momento in cui
fosti costretto a leggere delle tristi parole:
"...La mia famiglia ha combinato il
mio matrimonio con un uomo che nemmeno conosco... ...Ha vent'anni più di me... ...Da queste
parti si usa così... ...Avrei voluto che fossi tu a togliermi l'abito da
sposa...".
Da allora non hai avuto più notizie di
Rania. Hai pensato spesso in tutti questi anni ai suoi occhi e a quel cuore
anni '50. Speri solo che in un modo o nell'altro abbia trovato il modo di
essere felice. C'era anche un "forever" scritto nell'ultima lettera.
Una parola che non ti fa perdere la speranza. Come se fosse dato incontrarla
ancora una volta. Prima o poi. Chissà.
Certo che sono davvero strani gli uomini.
Finiscono quasi sempre per provare i sentimenti più forti, spesso una venerazione
al limite del religioso, per una donna con cui non sono riusciti a fare
l'amore. Anche dopo molto tempo è come se si trovassero davanti ad un ideale,
ad un'eterna speranza. Forse perché resta dentro indelebile l'immagine di
qualcosa che non è stato, ma che sarebbe potuto essere bellissimo.
Ancora oggi tieni appoggiati l'uno accanto
all'altro sul comodino accanto al letto il Vangelo e il Corano, mentre il
sangue è tornato a scorrere su quel suolo consacrato che dovrebbe essere la
patria della concordia. Ma ci sono troppi ricordi laggiù perché le armi possano
tacere a lungo. Per fare la pace molto spesso è necessario dimenticare.
...Stop haunting
me now
can't chase you
nohow
just leave me alone...(3)
Nel cielo sopra Asti comincia a farsi giorno.
C'è una bella luce. Dentro di te sembra non avere nessuna intenzione di
placarsi il forte stato di angoscia. Ti metti a cercare un bar. Da qualche
parte ce ne sarà uno già aperto. Forse dopo una buona colazione ti sentirai
meglio.
Ora tutto è diverso da quei giorni a
Gerusalemme. E' iniziato un nuovo decennio, un nuovo secolo, il terzo millennio
dell'era cristiana. E' finito il tempo delle utopie, ed è divenuto molto
difficile continuare a sognare. Ma soprattutto sei tu ad essere cambiato. Oggi
non riusciresti più ad innamorarti in settantadue ore. Hai troppa paura di
farti male per gettarti in una storia senza chiedere nulla in cambio,
incondizionatamente, come facesti con Rania. Ora però leggi i giornali, mentre
dieci anni fa non ti importava nulla di quello che succedeva nel mondo. Ti
soffermi spesso su dieci righe che raccontano ciò che è avvenuto all'angolo di
una strada della periferia di Torino, o su una pagina che tenta di spiegare
l'assurdità di un altro conflitto. Ti interessano i fatti della vita. Le cose
vere. Guardi con attenzione ogni immagine che proviene da Gerusalemme. Ma non è
mai capitato di rivedere il volto di quell'angelo palestinese. Forse non è
nemmeno più in Israele. Ogni volta che nella buca di casa vedi una busta con un
francobollo strano qualcosa ti si muove dentro. La speranza, forse. C'è sempre
un istante in cui pensi che si tratti di lei.
Le cose non vanno male. Ma non sarà più
come allora.
Molto spesso, specie il venerdì sera, come
un vecchio Humphrey Bogart di provincia, dopo essere passato per l'angolo della
città che ti ricorda un quartiere gerosolimitano, finisci in un bel bar del
centro. Siedi sempre allo stesso tavolo, con le spalle appoggiate al muro e lo
sguardo rivolto verso la porta. E a volte resti fermo per ore a guardare
l'uscita. Magari potrebbe entrare una donna portata da un caldo vento di
scirocco. Sai che è difficile. Ma non si sa mai. Del resto a Gerusalemme
imparasti che ogni cosa può essere possibile.
E' ormai mattino e in qualche modo dovrai
trovare la forza per affrontare questa giornata. Mentre ti rechi al lavoro
pensi ancora a "Good Morning Heartache". A volte anche una grande
tristezza riesce a scaldare il cuore. E Lady Day davvero se ne intendeva di
disperazione.
Per fortuna da qualche parte si fa ancora
del buon jazz...
...might as well
get used to you...
...good morning
heartache
sit down...(4)
(1) Buon
giorno tristezza...
...pensavo
ci fossimo detti addio ieri sera...
...ma eccoti
qui con l'alba...
(2)...Spero
di scordarti
ma sei tornata per rimanere
sembra che ci siamo conosciute
quando il mio amore se n'è andato...
(3)...Smettila
di perseguitarmi
non riesco a scacciarti
lasciami in pace...
(4)...tanto
vale abituarmi a te...
...buon giorno tristezza
siediti qui
COMPLIMENTI. :) Francesco.
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