lunedì 11 aprile 2016

Stefania Signorelli - La colazione di Mida

Se questo è un uomo non penso altrimenti non sarebbe un cadavere in fondo al mare o un senza terra che ogni terra sputa. Se questo è un uomo non avrebbe per casa il suo solo corpo.
Cosa hai detto Mida? Dalla cucina non sento bene.
Niente amore niente, non rompere almeno tu. Finisco la barba e arrivo.
Proprio non capiscono che qui non c'è posto. Non possiamo mica mantenerli tutti. Fanno un sacco di figli. Finirà che lo prenderanno tutti loro il bonus bebè, ecco come finirà. Che gente.
Si accontenterebbe di mangiare tutti i giorni. Tanto paghiamo noi.  Quanti morti. Il fondo del Mediterraneo a contenerli. Le ombre dei defunti a lambire il flusso delle nostre acque.  Sulla spiaggia il mare invece di conchiglie a depositare cadaveri.
Certo che spiace quando vedi quelli piccoli, non siamo mica bestie, ma te li devo mantenere io i figli?
Ma loro neanche ci pensano a quanto costano.
Dovrebbe esserci una legge. Rimpatrio. O hai un lavoro o te ne torni da dove sei venuto.
In albergo,
in albergo li mettono e fumano le sigarette e
giocano  al pallone
col telefonino. Villaggio vacanza a spese degli italiani.

Sono forse io responsabile di te?
È colpa mia se te sei nato
in Africa o in Siria o Dovetipareva a te?
Al limite li aiutiamo a casa loro. E intanto vengono tutti qua. Ci invadono senza nemmeno la fatica di un esercito.
Poi vanno persino a recuperare i corpi in fondo al Mar e tu paga somaro lombardo. Paga il conto. Ma quanto costerà il becchino?
Sugli scogli il frangersi dei flutti è violentissimo. Naufragio. Stamattina. Di nuovo. Non è di buon auspicio questa colazione coi morti. Una tragedia senza finestre per loro ma a noi ce ne verrebbe che danno.
 Tutta colpa di quelli che creano speranze.
Quando guardo le facce dei migranti sembrano sempre le stesse. Le madri velate con i bambini in braccio e quell’espressione dolente che hanno certe Madonne degli altari . Sembra sempre lo stesso sbarco della stessa persona. Quella persona o quelle persone non possono esistere. Non qui. Qui non c’è posto. Non siamo attrezzati. Non ora.

Mida tiene stretto il portafoglio e si lamenta di quanto il portafoglio lo tenga stretto. In pugno. Stritolato. Un tritacarne da cui è passato anni fa.
Guarda amore è semplice o cambi canale o fai colazione da sola. Io alle otto sono in ufficio e non è che mangio guardando sacchi di plastica coi cadaveri dentro. Non sono mica un animale, mi si rovescia lo stomaco.
Ma lo sai che la colazione è il pasto più importante? Guarda che io devo tirare fino alle due e poi, se va bene, un panino io. Stasera finirò tardi. La promozione non ti arriva per anzianità di servizio.
E dopo che mi devo sbattere tutto il santo giorno, mi tocca cominciarlo e terminarlo con notizie deprimenti, oh Signur, liberaci dallo sbarco quotidiano. Liberaci.

- Mida sei nervoso -
- Sono in ritardo amore che è molto peggio che esser nervoso-
- Amore guarda che stai dimenticando il cellulare -
Mida afferra il cellulare, bacia la moglie e corre elettrico verso l'ufficio. La promozione. La fine del mutuo.  La corsa all’oro è faticosa neppure così fruttuosa.

Però la notte
 aveva portato un sogno alla moglie di Mida. Stamattina aprendo gli occhi si era trovata suo malgrado con uno strano sguardo sconnesso di un’iride sconosciuta.
 La stanchezza degli sbarcati. Il suono delle campane. Noi che usciamo di casa per dare loro il benvenuto e spezzare il pane. Cibo e coperte. Acqua dolce. Non posso abbandonarlo alla sua sorte solo perché non sarà mai la mia. Ha attraversato il deserto, ha fronteggiato le spume del mare su una barchetta. Sconfitto i demoni del vento, non si è abbandonato alla palude dello sconforto. Affamato e vivo un guerriero è mio fratello. Dei bicchieri e il vino. Una lunga tavola piena di caraffe e sedie. Perché calpesto un prato non posso pretendere di non sapere del mare.
Il vino migliore Mida prendi il migliore io prendo i bicchieri in cristallo di quando ci siamo sposati perché dobbiamo brindare di essere scampati. Acqua nera e quieta. Acqua stagnante che opprime i cuori. Tutto sbagliato, difficile, feroce eppure è fatta.
Sembra normale che Mida offra vino ai nuovi venuti. Il pericolo è scampato. I nodi sciolti. Qua e là stelle che non si vedono ma solo perché è giorno. Una fontana d’acqua che scorre. Viole sfatte color cremisi.
Il sogno attraversa da capo a piedi la moglie di Mida che si toglie il pigiama. Balena una cosa nell’iride che si stacca. Adesso glielo chiedo. Voglio proprio vedere che faccia fa. Pensi davvero di poter fermare la Storia con le leggi? Mida rispondi.
No, non glielo chiedo. Non posso. Già è di cattivo umore. Si fa la barba. Brontola. Colazione in fretta. Deve correre in ufficio. La promozione, la fine del mutuo. Glielo chiederò quando sarà più tranquillo, è un brutto periodo questo per lui. Povero lui e i suoi pensieri. Povera me e i miei.

Un giorno Mida è più tranquillo, si sveglia senza fretta e fa colazione a casa con calma perché è in pensione. Meritato riposo. La moglie prepara marmellate squisite. La migliore tra tutte quella alle arance amare che vince ad un concorso.
 Uno ad uno gli anni passano . Poi un giorno arriva il becchino che aspetta Mida a fauci spalancate da un po' ma sorridendogli. La moglie si rannicchia nel suo letto di vedova. Non fatemi pensare a niente.
Mida, appena muore, tutti che dicono: "era tanto una brava persona. Lavorava quattordici ore al giorno"
Sua moglie pensa
Povero Mida mio, che cattivo non è mai stato, ma poi non ha mai avuto tempo di essere una brava persona che lavorava quattordici ore al giorno. Povera anche me, che ora a dettar legge saranno i figli, che cattivi non son mai stati, ma ti impiccano per una palanca.
I figli di Mida hanno voluto bene al padre, ma lo seppellirebbero volentieri in una cassetta della frutta se solo lui facesse la cortesia di starci dentro e, ancor più, nessuno sapesse. Così si devono rassegnare alla bara più economica. Ditta Abbraccio dell’Angelo. Dead service all inclusive. Se uno potesse avere per casa solo il suo corpo, quanto si risparmierebbe.
I figli e le beghe ereditarie. Il gruzzoletto di tutto rispetto, ma va diviso per cinque. Non potevo essere figlio unico? Come? Quando? Ma dove li avete spesi in tutti questi anni i soldi? La madre accenna ad una speculazione non andata a buon fine, timido riferimento ai loro studi all’estero, alla fine tocca parlare di dentisti, medici e medicine, riabilitazione, farmaci, osteopatia, palestra. Certo che ora, anche doversi giustificare del crimine di dover campare, povera me che mi hai lasciata sola. Non sono neanche più buona a far la marmellata. I figli di Mida si trovano d’accordo nell’accompagnare la madre in casa di riposo e vendere la villa.
La quadratura del cerchio: mamma è al sicuro, protetta e curata. La casa troppo grande trova presto un acquirente. Le mogli dei figli di Mida sono più morbide, disponibili al sesso e gentili. Una seconda luna di miele. Finalmente ci si addormenta in pace, mutuo estinto. Il momento giusto di fare un piccolo investimento.
La mattina i figli di Mida si svegliano e fanno colazione. Di fretta perché alle otto devono essere in agenzia. È importante non eccedere con biscotti pieni zuppi di olio di palma perché ormai pensano solo al profitto e non alla salute delle persone che poi muoiono e integrare con omega tre di buona qualità perché le acque sono inquinate e il pesce di allevamento è come mangiar pollo, ricco di omega sei ma meno ricco di omega tre. Una volta le mele sapevano di mele.

 Devo correre amore che faccio tardi e occhio perché fai tardi anche tu
Stamattina
Corri caro corri che fai tardi, occhio che ti dimentichi il
Cellulare
Non sia mai- rispondono i figli di Mida alle mogli dei figli di Mida.
Che sorridono del tutto sagge e senza i sogni sconnessi delle iridi di altri.

6 commenti:

  1. Come una ruota dentata, come il via del gioco dell'oca che spesso ritorna. Cosa ci manca? Una esistenza sconvolta alternativa ad una esistenza scontata? Talvolta i geni delle nonne passano ai figli, come ai figli dei figli dei fiori

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  2. Grande collega. Hai scritto un'analisi lucida, spietata e ironica del nostro bel modo di pensare. E'un po'come guardarsi allo specchio e avere schifo di quello che vediamo.io credo nel sogno. Complimenti Stefania

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  3. Bello e per niente banale. Forse una chiave per aprire porte chiuse a doppia mandata

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  4. Potente e delicato. La verità con la sua brutta faccia senza sconti

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  5. Diceva Sartre che la letteratura nasce dal risentimento e sono d'accordo

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