Ti guardo dall’alto, ombra:
noi che stiamo aggrappati alla terra
lo sappiamo che non finisce adesso
sulla linea del verde, il tuo tepore.
Lo spegnimento di ogni voce
non elude l’ascolto
del tuo passo, che m’insegue
sul confine del tempo.
La parete immobile ti accoglie
densa di me. Così vicini
restiamo accanto al tremito del glicine
sulle pendici estreme della luce.
Si allungano i contorni
tenui della tua quiete, ora che
lentamente si affaccia la mia sera.
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