mercoledì 23 maggio 2012

Marcella Ferraro - Pericoli incombenti


Pericoli incombenti

La prima volta che la vidi dentro casa,
sembrava una balena. Disorientata,
fuori dall’acqua, spiaggiava sotto al mio tetto,
ingombrava davanti alla porta, impedendomi
di varcare la soglia dei diec’anni:  s’era frapposta
al sole che sorgeva e a tutte le altre stelle
che ai sogni spalancano le imposte della notte.
Avrei potuto io reagire o chiederle chi fosse.
Rimasi invece ad aspettare
che il largo riprendesse e l’alto mare.

Ma si fermò  per qualche anno, a partorire
sulla terraferma. Ci prese un senso di afflizione,
ci sormontò con la sua ombra e ovunque, prima
di partire, inoculò l’insicurezza, che divampò
tra i pori della pelle, contaminò le nostre menti.
 
Dopo vent’anni tornò di nuovo quella cosa
e restò ferma qui, strisciando il muso al suolo
coi giudizi, sputando sordidi suoi commenti
dal lugubre cocchiume sulla gobba.

La riconobbi dall’odore nauseabondo, odore
di putrefazione. Di quel veleno, che le cresceva
in grembo, unanime impregnò il bisogno di esiliare
e i dolci canti pieni di mattino sfumarono a dirotto.
A confondere, giocava,  i piani del reale, rideva
dei puri desideri, dei balbetii di casto pianto.

Tornò più volte ancora qui con i suoi figli,
chiamò a raccolta l’altre sue sorelle
con urla di richiamo, per l’ultima sua guerra.
Lo stesso effetto aveva di svastica sul petto,
d'inesorabile tumulto e tutti i mille sibili
che servivano a soccorrerla, ci spinsero
soltanto ad evitare quel pericolo incombente:
si era già quasi moribondi, in agonia tutti perenne!

Ma ora prendo spesso il largo, l'Orsa inseguo
con la barca e libera veleggio per sconfinati spazi,
col mare tutt’intorno che mi culla lontano dagli scogli.
Mi porto col timone sempre oltre,
insieme  ad altri  miei fratelli, in cerca di futuro
e nuove limpide sponde.

Di quella prima notte sopra il mare, fuori dalla nebbia,
mai scorderemo lo stupore quando, all'improvviso,
storditi e sopraffatti e affaticati, uscimmo a riveder le stelle
nel cielo tutt'intorno, a scandire il nostro nuovo viaggio,
virando verso astrali spiagge e più sicure sponde.

Lontani mille e mille leghe i lugubri lamenti
di quel mammifero immondo e forse un po' irreale.

Nessun commento:

Posta un commento