Inseguimi.
Lascia
che il vento canti la sua nenia per noi,
che
non ci stacchiamo dalle nuvole
per
lasciarci trasportare
oltre
l’orizzonte.
Credi.
Non
oltre ai colori del cielo.
Ché
la notte ancora ci culla.
Del
desiderio che accende i fianchi
ed
i pensieri trasporta lontano.
Chiudi.
Gli
occhi solo un momento.
Ché,
se potessi tenere la testa tra le mie mani
e
scaldare le tempie tue,
abbandoneresti
le parole
all’alito
di pioggia
e
osserveresti i miei occhi ridenti,
sussurrarti:
“Amore
mio,
di
cosa ti crucci?
Non
avrai altro a cui pensare
che
allo spazio che ci divide,
quando
le nostre membra stanche
smetteranno
di urlare e sarà la pace del silenzio,
a
cullare il tuo riposo”.
Regalami.
Solo
un attimo ancora.
Per
guardarti.
Al
riparo dalla paura.
Ove
l’universo sorride
ai
nostri languidi lamenti,
scevri
di colore e rumore,
carichi
di cascate di diamanti.
Trattieni.
Le
ombre del tempo.
Fino
a quando aprirai le mani
e
resteremo a guardarci,
per
non scalpitare oltre.
Tra
i piedi scalzi di sabbia
e
le mani umide di amore.
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