«Di tutte le cose che potevano
venirti in mente, questa è stata proprio la peggiore, non so se te ne rendi
conto. Io, che non ho neanche il tempo di vivere, devo andare da quella stronza
a perdere pomeriggi interi per nulla, uno spreco totale di tempo. Che poi, cosa
credi, che le racconti la mia vita? le racconto fandonie, anzi le racconto cose
che le facciano esattamente capire quanto sia inutile il lavoro che vuole fare
su di me, sappilo!
E
guarda che ore sono, le cinque e mezza. Ho finito scuola all’una e vedi tu a
che ora sono tornata a casa! E domani ho quattro materie, quando avrei il tempo
di studiare, io, oggi? Che poi, abitiamo in questo paese di merda che ci vuole
più di un’ora a tornare con l’autobus, ed è ovvio che mi tocca arrangiarmi in tutto,
figurati se tu sali in macchina e mi vieni a prendere all’ospedale, almeno i
giorni in cui devo andarci di pomeriggio, e mi aiuti almeno in questo, no di
certo! Che poi è solo per te che ci sto andando, sei tu che mi obblighi, e
questo è già di per sé una cosa insopportabile, ma in aggiunta tu lasci che io
me la sbrighi completamente, a te basta scaricare le responsabilità e gli
impegni sugli altri e poi te ne freghi dei disagi che semini qua e là».