L' inverno lentamente si allontanava ed il paese iniziava ad uscire dal
torpore, il gelido freddo allentava la sua morsa e, mentre i colori della
natura tutt'attorno cambiavano e gli alberi rinverdivano, ogni mattina quelle
finestre che per tanto tempo erano rimaste chiuse, si aprivano sul paesaggio
che a lungo era stato dimenticato, e Greeshy guardava benevolmente a tutto ciò
che in quei pochi mesi si era creato attorno a sé, tutto ciò che giorno dopo
giorno aveva costruito con dedizione e tenacia, senza remore né pentimenti, e
tutto ciò in cui aveva creduto era ora davanti a sé...e pur essendo lo stesso
uomo che quel giorno di dicembre era sceso dal treno a passo deciso, ora sapeva
perfettamente il motivo per cui era tornato al paese, e quella sua casa era
tornata ad essere parte viva di un luogo che amava...ora sapeva che non se ne
sarebbe più andato.
Seeds amava il mare, lo amava anche quando era in tempesta ed era così
difficile salpare, lo amava da sempre,
amava sedersi sugli scogli ed osservare a lungo il movimento delle onde,
prima da lontano, poi più vicine, finché si infrangevano sulla battigia,
cullava la sua mente con il rumore della risacca, e nei giorni di burrasca passeggiava sul lungomare fermandosi alla
bianca ringhiera, perché quel mare che amava diventava di un colore scuro,
scuro d'impetuosità ove era più profondo, forse un po' grigio mentre l'onda più
alta lasciava nell'aria tanti spruzzi di sé e gocce di salsedine. Seeds
ricordava quando con Greeshy si sedeva nelle sere d'estate a strimpellare la
chitarra e cantare canzoni folk sorseggiando the'nero finché il sonno non si
impadroniva di loro, la stessa chitarra che Greeshy conservava gelosamente nel
salotto ed ogni tanto suonava intonando note e sinfonie, e quanto tempo era
trascorso, quanti anni in cui quella chitarra era stata riposta ed
inutilizzata, tutto il tempo in cui quelle finestre erano rimaste chiuse e
senza uno sprazzo di luce che vi entrasse.
Il viso di Seeds era vivamente abbronzato e un po'rugoso, ed amava
camminare a piedi scalzi sulla spiaggia anche in inverno perché voleva che
l'acqua glieli lambisse, ed i suoi pantaloni arrotolati lo facevano sembrare un
pescatore ma in realtà non lo era...Seeds amava il mare ed avrebbe voluto
ancora una volta solcarlo su di una nave per raggiungere Greeshy e rivivere
almeno un po' di quel tempo, perché forse era venuto anche il momento di
svernare.
Quel giorno c'era il mercato in paese, e come sempre la signora Vairseen
uscì di casa di buon'ora e, passando sotto casa di Greeshy, sentì il solito
buon profumo di cappuccino provenire dalla sua cucina, e la musica lieve che
donava armonia a tutto ciò che v'era attorno. Era bello vedere che le vie del
paese si popolavano di gente, e mentre il mercato era gremito di donne che
facevano la spesa ed uomini che chiacchieravano, Greeshy ora finalmente si
sentiva con l'animo libero, contento,aveva saputo cambiare la propria vita in
un breve lasso di tempo e le persone amavano la sua presenza, amavano parlargli
perché infondeva loro un senso di fiducia, era l'amico che ognuno avrebbe
voluto accanto, un carattere aperto e pur nella sua modernità, forse un po'
diverso dagli altri proprio perché proveniente da una grande città.
C'era un'atmosfera gradevole nell'aria, quasi magica, che gli ricordava
quella Notte di Natale in cui il paese pareva essere rinato, a volte era ancora
come se vivesse in una fiaba. Camminò lentamente finché vide spuntare le barche
del porticciolo....perché in quei giorni particolarmente sentiva il bisogno di
un contatto con la natura, ed i tanti anni trascorsi in una grande città gli
avevano insegnato quanto può essere spiacevole sentirsi un perfetto estraneo
nella propria terra, seppur grande nella sua modernità e bellezza, nella
varietà della razza, ed ora invece ogni cosa aveva assunto un aspetto diverso,
si sentiva in una propria dimensione in cui riusciva ad essere sereno in
qualsiasi parte del paese. Si sedette perché in quel momento era come se stesse
attendendo qualcosa che stava per capitare, qualcosa forse di bello, era comunque un momento da vivere e vivere
appieno...e mentre le barche ancorate si muovevano quasi impercettibilmente
sull'acqua calma e cheta del porto, vi immerse le mani come per giocare in quel
mare immenso e scuro di profondità, forse amico e forse un po' inquietante ed
incognito, ove lontanissimo le onde andavano a lambire altre terre, ed oltre
ogni orizzonte determinato dalla linea mediana del cielo ancora pareva più impetuoso,
e poi diventava oceano, ed i suoi colori cangiavano e si mescolavano in un
paesaggio che non finiva mai. Era un giorno ameno quello, era un'ora in cui
quando le tende del mercato si alzano ed i venditori fanno ritorno alle loro
case, il paese si svuota ed i negozi chiudono le serrande. Anche la porta del
negozio di gastronomia si chiuse ed una figura slanciata all'improvviso ne
uscì, un uomo dall'aria un po'distratta ma dall'aspetto familiare che a passo
lento veniva in sua direzione, quasi stesse cercando qualcosa o qualcuno.
Greeshy proseguì lentamente sulla sua strada senza curarsi dell'uomo, che con
uno zaino in spalla ed il volto stanco si fermò solo quando fu di fronte a lui.
Greeshy udì pronunciare il suo nome una volta, poi due volte, e quando lo
guardò riconobbe quel volto amico di un tempo, e fu l'impeto di un abbraccio
lungo un minuto che parve una vita: Seeds, che da quella bianca ringhiera
decise di partire e solcare ancora il mare su di una nave, Seeds col suo viso
abbronzato ed i pantaloni arrotolati, Seeds che pareva un pescatore, Seeds che
gli aveva insegnato a suonare la chitarra. Si guardarono più volte, risero a
più non posso, si riabbracciarono, e poi si avviarono assieme verso il paese:
quel giorno iniziato apparentemente come gli altri si tramutò in una festa, e
si illuminò la casa di Greeshy ancora una volta e la musica si innalzò nell'aria
mentre i bicchieri di vino tintinnanti stavano a consolidare una lunga amicizia
e la contentezza di quel momento. Caro buon Seeds, tornato a trovare Greeshy
nel paese che un tempo li aveva fatti conoscere, caro Seeds che con il suo modo
di fare e la parlata scanzonata lo aveva sempre reso simpatico a chicchessia.
Greeshy raccontava come avesse deciso di lasciare la sua città per sempre, e le
parole tra i due amici scorrevano senza fine, e le risate risuonavano
mentre
dalla finestra ancora quel paesaggio su quella distesa di acqua
profonda mentre la brezza leggera sapeva
ancora portare quei sapori a lungo sopiti. E quanto avevano da raccontarsi che
giunse la sera e li trovò sul balcone con un piatto di carta ed un bicchiere di
vino intenti ancora a festeggiare, mentre le luci illuminate si riflettevano
nelle acque, e le torce dei pescherecci si accendevano una dopo l'altra, ed il
faro da lontano mandava il suo fascio di luce: bello, colorato, custode di ogni
nave ed imbarcazione, e rossa la luce scendeva nel mare così buio a quell'ora e
misterioso anche per chi lo conosceva da una vita intera. Greeshy prese la
chitarra ed intonò la loro solita vecchia canzone, e cantarono e suonarono finché
il buio della notte lasciò il posto ai primi colori dell'alba, e fu la festa
che riempì di gioia il paese, fu il giorno dei due amici, fu ciò che in
entrambi non si sarebbe più cancellato. Tuttavia il viso di Seeds appariva
malinconico e scavato, gli occhi non celavano una certa tristezza e nei pochi
silenzi avrebbe voluto dire mille altre cose, ma forse non voleva così. Il
giorno che seguì fu stranamente greve e Greeshy ne era consapevole: qualcosa in
Seeds stava sfuggendo, forse perché si stava avvicinando il momento del
commiato, o forse per un motivo ancora sconosciuto. La mano di Seeds toccò
ancora una volta la chitarra per poi riporla nelle braccia del suo amico senza
una sola parola, quel semplice oggetto che da sempre li aveva uniti, quella
passione per il suono che li aveva accomunati fin da bambini, abbassò solo un
attimo il viso e poi, sorridendo lievemente, si avviò verso la porta. Erano
stati momenti felici, irripetibili, festosi, e Greeshy con fare mesto posò la mano
sulla spalla del suo grande vecchio amico, un gesto d'affetto che lo avrebbe
accompagnato per sempre, e mentre la porta si chiudeva sentì un gran senso di tristezza dentro di sé, la bianca tenda
della finestra svolazzò solo un attimo ed il suo sguardo lo seguì finché sparì
oltre l'angolo di quella strada.
Da quel giorno non si rividero mai più: Seeds morì di cancro l'inverno
seguente nel silenzio della solitudine, e Greeshy conservò gelosamente il
ricordo di quel meraviglioso giorno che il suo amico aveva voluto regalargli
un'ultima volta.
Il profumo di salsedine si levò nell'aria, il suo cuore parve fermarsi
dal dolore e sentì dentro di sé qualcosa di lacerante, guardò le proprie mani un po' stanche e scese le
scale lentamente, mentre il dolore aumentava senza riuscire a piangere o
gridare. Lassù alla parete della casa restò la vecchia chitarra, il mare scuro
e profondo nel suo canto diffuse nell'aria come un lieve sussurro che Greeshy
riuscì a percepire. Prese la terra tra le mani e se la portò al viso
sporcandoselo con gesti lenti....poi la gettò in acqua cercando di dar sfogo al
suo dolore, che forse solo il tempo avrebbe lenito: non tornò più in quel lembo
di spiaggia. Sotto il cielo plumbeo di quel giorno, Greeshy se ne andò.
Da lontano risalimmo la spiaggia mentre nell'aria si libravano note
libere e semplici: dietro di noi tanto tempo trascorso e tante belle storie da
raccontare, davanti a noi......un mondo che ci attendeva ed ancora una fetta di
vita da vivere.
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